Comune Nuoro vince causa contro Stato. Soddu: «Non daremo i 2 milioni, sentenza storica»

Il sindaco Soddu: "È una sentenza che farà giurisprudenza. Sapevamo di avere ragione e siamo andati avanti nonostante molte critiche"
Il Comune di Nuoro non doveva rimborsare lo Stato per i 2 milioni e 300 mila euro versati a titolo di risarcimento a seguito della condanna inflitta nel 2009 dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo a cui fecero ricorso Gianfrancesco, Stefano e Antonia Guiso Gallisai, proprietari di un terreno occupato dall’ente in modo illegittimo (secondo la normativa europea) negli anni Settanta.
Lo ha stabilito il giudice monocratico del Tribunale di Nuoro Carlotta Bruno, accogliendo l’opposizione presentata nel 2018 dall’amministrazione al decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del marzo 2016, con il quale si chiedeva la restituzione della somma risarcita ai proprietari.
Lo Stato, infatti, riteneva il Comune unico responsabile nella vicenda che ha poi portato alla condanna da parte della Corte. L’amministrazione, invece, è stata sempre di diverso parere, sostenendo che l’ente aveva agito nel solco dell’allora vigente normativa in materia di espropri per pubblica utilità e che aveva pagato quanto dovuto in base alle sentenze emesse dai giudici.
Per questo motivo nell’opposizione presentata dagli avvocati Antonio Careddu e Marcello Mereu è stato chiesto, in via principale, che il giudice accertasse e dichiarasse l’insussistenza e infondatezza del cosiddetto “diritto di rivalsa” dello Stato, in quanto condannato per la violazione della normativa contenuta nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo in virtù dell’applicazione di una sua stessa legge.
Accogliendo l’opposizione il giudice ha accertato che nel caso in esame “il pregiudizio alla proprietà non può essere attribuito unicamente alla mera condotta dell’ente espropriante”, ma che “la violazione deve invece essere ricondotta al complessivo sistema di regolazione della materia…”.
«Sapevamo di avere ragione e siamo andati avanti nonostante molte critiche. Il giudice ha accolto l’opposizione con una sentenza che farà giurisprudenza e che si colloca nel solco di alcuni importanti principi enunciati dalla Corte Costituzionale e relativi all’imputabilità. Nessuno può rispondere di danni che non sono a lui imputabili. In questo caso il danno era determinato causalmente dalla legge italiana, che il Comune aveva applicato su ordine del giudice. Ed era la legge italiana difforme dalla convenzione europea dei diritti dell’uomo» ha affermato il sindaco di Nuoro Andrea Soddu.

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Tutti dicono NO alle scorie nucleari nell’Isola. Oggi i sindaci in assemblea a Mandas

Presa di posizione netta e bipartisan per dire no alle scorie nucleari in Sardegna. Oggi alle 16 a Mandas si riuniranno i sindaci
Tutti dicono NO alle scorie nucleari in Sardegna. Dalla politica ai cittadini. Ieri il Consiglio regionale della Sardegna ha votato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il presidente della Regione Christian Solinas a intraprendere «ogni possibile iniziativa in tutte le sedi istituzionali deputate per esprimere e ribadire con determinazione la ferma volontà del popolo sardo contraria a qualsiasi ipotesi che l’Isola possa essere considerata quale sede del deposito nazionale delle scorie» e a «sviluppare ogni approfondimento tecnico e scientifico a supporto di questa posizione».
L’odg sarà trasmesso al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi alle 16 a Mandas si riuniranno i sindaci delle comunità coinvolte.
Anche la Delegazione Sardegna dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia ha presentato la sua dichiarazione di assoluta contrarietà alla realizzazione del progetto nel territorio regionale sardo.
Considerata la recente pubblicazione, da parte della SOGIN (Società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), ossia il documento che individua sulla base di una serie di criteri le aree in cui potrà essere realizzato il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, il quale permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.
E’ stato evidenziato che tra i 67 siti italiani individuati sono incluse 14 zone della Sardegna centro- meridionale, a cavallo tra le province di Oristano e del Sud Sardegna, che comprendono numerosi piccoli comuni. Si tratta di territori ricchi di importanti siti archeologici e di estese aree caratterizzate, storicamente, da un’alta vocazione agricola, immuni da qualsiasi forma di inquinamento.
Già oltre 35 mila ettari del nostro territorio regionale sono posti, da decenni, sotto vincolo di servitù militare e sono ben visibili le conseguenze in termini di minaccia allo stato di salute dell’ambiente e della popolazione, oltre che all’economia dell’isola, che già vanta un triste primato circa l’estensione delle aree inquinate.

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