C’è una parola in sardo che racchiude tutta la poesia della nostra isola… finché qualcuno prova a tradurla in italiano. Quel termine magico è “murigare”: un verbo poliedrico, versatile e un po’ birichino, capace di significare tante cose diverse a seconda del contesto, dal sugo in cucina… ai flirt tra giovani (e meno giovani). Ecco i 5 modi principali di usarlo secondo i sardi:
1. Murigare in cucina
Se qualcuno ti dice “muriga su sugu”, non è un invito a ballare con il mestolo: mescola il sugo, giralo con cura per non farlo attaccare. Pratico, semplice… e poeticamente sardo.
2. Murigare tra le cose
Hai perso qualcosa? Devi frugare tra vecchi oggetti? Allora sei pronto a murigare tra le cose passate, alla ricerca di ricordi, segreti o semplici curiosità. Perfetto per chi ama rovistare con stile.
3. Murigare con il bestiame
Nel mondo rurale, murigare significa far muovere gli animali, stimolarli a pascolare. Movimento, energia e un po’ di pazienza: ecco come si fa, alla sarda.
4. Murigare con i cuori
Nel cagliaritano, murigare ha un lato romantico: significa avere un flirt o una piccola storia. Non è solo il mestolo che gira: possono girare anche i sentimenti!
5. Murigare in generale
In senso figurato, murigare è anche ficcare il naso dove non si dovrebbe, avere traffici un pochino loschi o cercare qualcosa con insistenza. Insomma, curiosità, movimento e un pizzico di malizia sono garantiti.
Che sia in cucina, tra animali, oggetti, cuori o situazioni, murigare resta un verbo tutto sardo, che tradurre alla lettera toglierebbe al termine tutta la poesia che racchiudono quelle poche vocali e consonanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA