Lo sapevate? Come si dice pentola in sardo?
In sardo la pentola non è solo un oggetto da cucina, è una filosofia di vita. Andiamo a scoprire come si chiama.
Si chiama “pingiada” – e già il suono fa venir voglia di accendere il fuoco e buttare giù un minestrone. Ma attenzione: non è tutto qui. Perché in Sardegna anche un semplice pentolino, “pingiadedda”, può diventare protagonista di detti, metafore e… litigi amorosi. Già, perché “segai is pingiadas” non vuol dire giocare al piccolo chef, ma litigare furiosamente, specialmente tra fidanzati che hanno dimenticato come si mescola l’amore a fuoco lento.
E poi ci sono le perle di saggezza popolare: “sa pingiada de onnia di fai brodu sciapidu” – se usi sempre la stessa pentola, finisce che il brodo perde sapore. Tradotto: cambia ricette, cambia abitudini, ogni tanto pure partner. Ma la più geniale resta “pingiada grassa, testamentu langiu”: tanta abbondanza nel piatto, poco da lasciare in eredità. Meglio sazi e spiantati che ricchi e affamati, no? Infine, non dimentichiamo le varianti: la “pingiada de arramini” è il vecchio paiolo di rame, mentre la “pingiada sbruffuddada” è la pentola scolamata, quella che ha perso la pazienza… proprio come noi dopo l’ennesimo pranzo di famiglia.
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