Bitti. I fanti della Brigata Sassari dopo avere liberato via Cavallotti dalle macerie, armati di badili, hanno intonato il proprio inno: “Demonios”. Un momento molto intenso ed emozionante, carico di significato.
Ecco il video, gentilmente concesso da Massimo Locci:
Un momento molto intenso ed emozionante, carico di significato a Bitti. I fanti della Brigata Sassari intonano “Dimonios” dopo avere dopo avere liberato via Cavallotti dalle macerie, armati di badile.
Il bellissimo reportage del fotografo Alberto Marcias a Bitti. Qualche foto è stata realizzata il giorno dopo la terribile alluvione, il resto a quattro giorni di distanza, per “omaggiare alcune delle persone incontrate”, specifica.
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Bitti, reportage, foto di Alberto Marcias21
Ma lasciamo parlare direttamente l’autore degli scatti, il migliore in questo caso a spiegare le emozioni provate: “(Nella prima parte del reportage, ndr) Siamo stati operativi dalla mattina con la Prociv Arci Oristano per provare a dare una mano al paese colpito ieri (sabato scorso, ndr) dall’alluvione, come volontari di Protezione Civile, insieme alle altre squadre di volontari pervenute da tutta la Sardegna. Nella seconda parte del mio reportage a Bitti, a 4 giorni di distanza dall’alluvione che ha colpito il paese, ho voluto omaggiare alcune delle persone incontrate.
Chi, in una strada ancora coperta di fango, ti offre una fetta di pandoro, simbolo dell’ospitalità di una comunità che, in una profonda difficoltà, accoglie con un sorriso e sempre qualcosa di buono da offrire; chi ti racconta le immagini dei giorni passati e ti indica il livello impressionante dell’acqua che gli ha invaso l’azienda, la casa, la cantina; chi pulisce il proprio ingresso, ti offre dolci fatti in casa e ringrazia perché l’acqua non ha varcato la sua porta; chi a 12 anni é finito in prima pagina, dopo qualche giorno senza un pasto caldo, e si gusta il suo piatto di pasta, in solitaria; chi ti mostra l’auto devastata dai detriti, e ha la speranza che arrivino degli aiuti anche economici concreti; il panettiere, il marmista; tra i volontari, c’è chi ha anche 60 anni e per giorni si è svegliato alle 5 del mattino ed è andato a dare il proprio piccolo contributo.
Ho anche pensato, come faccio spesso, di tenere queste immagini in archivio, ma la fotografia é lo strumento con cui amo comunicare. E spesso i problemi li sentiamo lontani, fino a quando non sono nelle nostre case, sui nostri corpi. Grazie alla Prociv Arci Oristano e a tutti i volontari. Un saluto, un abbraccio e un in bocca al lupo a Marco, Katia, Franca, Giorgio, Dionigi e tutti i cari bittesi”.
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