Galtellì, tornano a casa le 150 persone sfollate per il maltempo. Il Cedrino di nuovo sotto controllo

Oggi anche le famiglie di Torpé e Posada evacuate potranno fare rientro a casa, anche perchè le condizioni meteo sembrano destinata a un miglioramento.
Il fiume Cedrino è tornato finalmente sotto il livello di guardia e i 150 abitanti di Galtellì, evacuati, hanno fatto ritorno alle proprie abitazioni.
Lo aveva deciso il sindaco, preoccupato dalla vicinanza al fiume delle loro case.
Anche la diga Maccheronis, come riporta Ansa Sardegna, dopo le intense piogge degli ultimi giorni che l’hanno portata a tracimare, è di nuovo sotto controllo.
Oggi anche le famiglie di Torpé e Posada evacuate potranno fare rientro a casa, anche perchè le condizioni meteo sembrano destinata a un miglioramento.

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Pensate che la città più antica d’Italia sia Roma? Vi sbagliate! Si trova in Sardegna: ecco dove

La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, un reperto che parla e che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata
Quando si parla di città antiche, quasi tutti pensano subito a Roma. Fondata – secondo la tradizione – nel 753 a.C., la Capitale viene spesso celebrata come la “madre” di tutte le città italiane. Eppure, c’è un angolo di Sardegna che ha una storia ben più antica.
Bisogna viaggiare verso il profondo sud-ovest dell’isola, sull’isola di Sant’Antioco, per scoprire una città che esisteva prima ancora che Roma fosse solo un’idea: l’antica Sulky.
Siamo nel IX secolo avanti Cristo. I Fenici, grandi navigatori e commercianti, scelgono questo lembo di terra proteso nel Mediterraneo per fondare un importante insediamento. Non lo fecero a caso: Sulky era un punto strategico per gli scambi con l’Oriente e rappresentava un approdo sicuro nel cuore del Mare Nostrum.
La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, ritrovata proprio nel comune di Sant’Antioco, e datata con certezza all’800 a.C. Un reperto che parla, che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata.
Pensate: mentre sulle coste laziali ancora regnavano il silenzio e le paludi, a Sulky c’erano strade ortogonali, case costruite in pietra e mattoni d’argilla cruda, artigiani all’opera e mercanti che arrivavano da lontano.
E non è solo l’anfora a dircelo. A partire dagli anni ’80, gli archeologi Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti hanno scavato nell’area chiamata Cronicario, accanto all’ospizio per anziani, trovando resti che raccontano tre epoche sovrapposte: fenicia, punica e infine romana. Oggetti in terracotta, ceramiche finissime, strutture urbane ben definite: tutto parla di una città che aveva già una sua identità forte secoli prima della nascita della democrazia ateniese.
Insomma, mentre a Roma si dibatteva su quale data scegliere per la sua fondazione (sì, perché anche quella fu una scelta politica!), a Sant’Antioco si commerciava già con Tiro e con Cipro.

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