Il Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha emanato un’ordinanza restrittiva con regole rigide per contenere ulteriormente i contagi da covid e rendere più sicuri i luoghi in cui si rischiano gli assembramenti. Tra questi anche i mercati cittadini.

Ma per i commercianti dei box del mercato sia in via Quirra che in via San Benedetto non notano grosse differenze rispetto ai giorni scorsi: «Tutte le volte che si parla di chiusure, di lockdown o restrizioni- spiega Sergio, box macelleria a San Benedetto – subiamo un crollo delle vendite. Un po’ perché le persone tendono ad acquistare beni che non deperiscono, piuttosto che quelli freschi. Un po’ perché hanno paura di dover restare in fila a lungo e quindi rinunciano a venire al mercato».

Antonio invece, box pescheria, ne fa anche una questione di risparmio: «Sta succedendo come l’altra volta, la gente sente l’incertezza per il futuro e quindi, almeno temporaneamente tende a spendere solo per l’indispensabile, quindi il pesce, soprattutto quello pregiato o anche che costa semplicemente un po’ di più, non viene acquistato».

Anche Riccardo un box in via Quirra non è particolarmente preoccupato di queste nuove restrizioni: «Probabilmente un po’ si ridurranno ancora le vendite, ma è da tanto che registriamo un calo – dice il ragazzo – non è raro che ci rimanga qualcosa. C’è chi non vuole rischiare e magari compra all’ingrosso il meno possibile per ridurre al minimo l’invenduto. Noi puntiamo ad acquistare cose freschissime, pesce vivo che possiamo anche vendere il giorno dopo, ma ovviamente rischiamo, data la situazione di non vendere tutto. La gente ha paura del contagio, da noi compra molta gente anziana che adesso ha il timore del contagio ed esce molto meno».

In Sardegna esiste una seggiovia che non porta da nessuna parte. O meglio, una volta lo faceva: accompagnava turisti e curiosi dal museo naturalistico Sa Corona Arrubia fino alla giara di Siddi, un altopiano basaltico che sembra un mondo sospeso, tra boschi di sughere, licheni colorati e nuraghi che spuntano come sentinelle di pietra.

Era l’unica seggiovia dell’isola, ed era un piccolo miracolo: un chilometro scarso di volo dolce, dai 258 ai 349 metri di quota. Per dieci anni, dal tardo Novecento fino al 2010, ha fatto fluttuare centinaia di persone sopra la Marmilla. Poi, il silenzio.

Il guaio è arrivato quando serviva una revisione di sicurezza da 300mila euro. Troppi, dissero. E così la macchina dei sogni si è fermata. Da allora sono passati più di dieci anni e, come spesso accade, più passa il tempo più i conti si gonfiano, rendendo sempre più lontana la speranza di rivederla in funzione.

Eppure la seggiovia non è davvero morta. Le sue 120 sedute biposto sono ancora lì, appese ai cavi come frutti metallici. Non trasportano più persone, ma ondeggiano piano al vento. Così la seggiovia della giara di Siddi vive in un limbo: non funziona, ma non scompare, come hanno spiegato benissimo i colleghi di Sardegna Abbandonata, che ringraziamo per le informazioni e per la fotografia in allegato. Vi invitiamo a curiosare sul loro sito, è davvero interessante.