«Ho chiesto al Governo, a nome della Sardegna, la chiusura totale delle scuole. Non solo delle Superiori, ma anche di Medie ed Elementari». Questa la dichiarazione riportata oggi da La Nuova Sardegna dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, intervistato dal quotidiano sassarese.
«Gli effetti del nuovo Dpcm non si vedono ancora e quindi servono più controlli a monte visto l’aumento dei contagi, anche se il nostro sistema sanitario ha retto e reggerà dopo aver aumentato fino a 1006 i posti letto Covid» ha precisato Nieddu.
Le dichiarazione dell’assessore della Sanità hanno raccolto il parere sfavorevole del comitato spontaneo “Priorità alla scuola”.
«Apprendiamo con molto sconcerto, dalle dichiarazioni rese alla stampa dall’assessore regionale alla Sanità, che la Sardegna intende chiedere al governo la chiusura di tutte le scuole di ordine e grado della regione – si legge nel comunicato di Pas – e che in ogni caso si valuterà se chiuderle direttamente, sfruttando l’autonomia e la specialità. Si tratta di una decisione scellerata, non ritenuta necessaria dal governo nazionale neppure nelle zone rosse, invocata per giunta da chi avrebbe avuto il dovere di garantire la sicurezza sanitaria nelle scuole, l’approvvigionamento di tamponi rapidi (o almeno una corsia preferenziale per l’effettuazione dei tamponi con comunicazione tempestiva degli esiti), un tracciamento efficace dei contagi e decisioni chiare e univoche».
«Nulla di tutto questo è avvenuto, con l’effetto che le scuole e gli amministratori comunali sono rimasti da soli a gestire la situazione e le criticità che si stanno verificando – si legge ancora -. Una decisione del genere vanifica tutti questi sforzi, costringe i genitori lavoratori a enormi sacrifici e soprattutto priva i bambini e le bambine del diritto all’istruzione e alla socialità, senza che vi sia alcuna evidenza che ciò porterà a una riduzione significativa dei contagi (come dimostrano le esperienze delle regioni che hanno già adottato da settimane provvedimenti analoghi). Priorità alla scuola Sardegna non resterà a guardare. Ci attiveremo immediatamente con ogni strumento possibile, dalle mobilitazioni in piazza ai ricorsi se sarà necessario, contro un provvedimento inaccettabile alle attuali condizioni, che non ci vedrà silenti. La scuola non può e non deve essere sacrificata per coprire mancanze che non le appartengono».
© RIPRODUZIONE RISERVATA