Due insegnanti della scuola media di Galtellì sono risultati positivi al Covid 19 e il primo cittadino Giovanni Santo Porcu ha deciso di chiudere temporaneamente tutto l’Istituto.

In quarantena fiduciaria, quindi, tutti gli studenti e il personale scolastico.

Porcu, sui social, allegando l’ordinanza relativa alla scuola, ha così commentato: «Un’ordinanza che in attesa dei tamponi che il personale ATS effettuerà in loco, quanto prima, dispone la quarantena fiduciaria per tutti i ragazzi. Nel caso di presenza nel nucleo familiare, di fratelli o sorelle minori, è consigliabile tenerli a casa per qualche giorno e monitorare. La precauzione in questi casi è d’obbligo. Non è importante la caccia al nome di quello o di quell’altra, riscontrare il virus non è una colpa, ma serve unità d’intenti, fermezza nelle azioni e tanta responsabilità Nessuno ha colpe e nessuno dev’essere messo al bando. Invito quindi a tenere un comportamento consono alla situazione, senza creare panico».

«La decisione di chiudere la scuola, presa in accordo con la scuola e ATS, è in via di totale precauzione, onde evitare che niente sfugga ai controlli – conclude il sindaco di Galtellì –  Quindi stiamo sereni, ho ragione di pensare che presto tutto tornerà alla normalità, ma serve pazienza e seguire le disposizioni che ATS, io e la dirigente scolastica di volta in volta adotteremo per governare questa situazione. Esiste un concittadino che è risultato positivo, l’ho sentito poco fa, gode di ottima salute, no n ha sintomi particolari, è in quarantena fiduciaria ed ha adottato tutte le precauzioni per tutelare la salute dei suoi cari. A lui va il mio caro pensiero per una pronta ripresa. Alle famiglie dei ragazzi, chiedo di avere pazienza e per ogni cosa sono a disposizione avete il mio cellulare e vi terrò informati dei successivi sviluppi. Invito sempre ad adottare tutte le precauzioni anticovid, mascherina, lavare le mani, distanza. Forza e coraggio, stiamo uniti».

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.