Cagliari, salva un uomo che sta male: encomio del sindaco per l’agente Maristella Corrias

Cagliari, salva un uomo che sta male: encomio del sindaco per l’agente Maristella Corrias. Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha conferito un encomio all’istruttore di Vigilanza Maristella Corrias. L’agente di Polizia Locale lo scorso 4 settembre aveva prontamente compreso
L’agente di Polizia Locale lo scorso 4 settembre aveva prontamente compreso la gravità della situazione di un uomo mentre parlava con lui al telefono e aveva richiesto l’immediato intervento dei sanitari, affinché ricevesse le cure necessarie.
A consegnare il riconoscimento all’agente Corrias “Per aver operato senza indugio e con particolare competenza e professionalità”, anche l’assessore alle Politiche della sicurezza, Paolo Spano.
Alla cerimonia ospitata questa mattina al Palazzo Civico di via Roma 145 con tutte i protocolli anti Covid-19, il capitano Franco Podda e il comandante della Polizia Locale Mario Delogu. “È la prima volta – ha rimarcato Delogu visibilmente emozionato – che viene applicato l’articolo 40 del regolamento speciale del Corpo della Polizia Municipale”.

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Lo sapevate? L’ultima persona che tentò di salvare il povero Alfredino Rampi è un sardo: l’Angelo di Vermicino

In quel maledetto pozzo artesiano che nel giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi si calò anche un sardo, Angelo Licheri, che oggi ha 77 anni. Fu lui, sardo coraggioso e con il fisico da contorsionista, a calarsi a testa in giù nelle viscere della terra per cercare di afferrare il polso filiforme del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì.
Lo sapevate? L’ultima persona che cercò di salvare Alfredino Rampi è un sardo di Gavoi: l’Angelo di Vermicino.
In quel maledetto pozzo artesiano che nel giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi si calò anche un sardo, Angelo Licheri, che oggi ha 76 anni. Fu lui, sardo coraggioso e con il fisico da contorsionista, a calarsi a testa in giù nelle viscere della terra per cercare di afferrare il polso filiforme del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì. E da allora questo eroe sfortunato si porta nella mente le cicatrici di una tragedia assurda. Tragedia entrata in qualche modo nella storia d’Italia: è ancora la più lunga diretta televisiva della Rai, che trasmise le immagini a reti unificate indugiando sul presidente della Repubblica Sandro Pertini, che volle seguire personalmente le operazioni di soccorso.
Quell’uomo per una notte tenne venticinque milioni di italiani con il fiato sospeso. Si calò nel pozzo per tirare su il bimbo incastrato, ma non riuscì a salvarlo. Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino. I due si parlarono, Angelo provò a consolarlo ma la presa cedette. La fine di ogni speranza: il piccolo morì alle 6,30 del 13 giugno.

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