Ottobre 2020, ci ritroviamo alle prese con la seconda ondata dei contagi da Covid-19. Ma la situazione è peggiore, uguale o meglio rispetto alla prima ondata? A fare il punto con Vistanet è il dottor Sergio Marracini, direttore dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. «La situazione è sicuramente peggiore. I casi sono aumentati, la distribuzione dei positivi è più capillare, moltissimo nei piccoli centri. Il controllo così diventa più difficile e la trasmissione del virus più facile. Prima i focolai erano nelle case di riposo, localizzati, più controllati: adesso i contagi sono distribuiti in maniera più omogenea in quasi tutti i comuni della Sardegna. Paradossalmente Cagliari città ha la percentuale più bassa».
Un nuovo lockdown? «Credo proprio non si farà ma per ragioni socio-economiche. Secondo il mio parere è stato sbagliato farlo anche la prima volta in Sardegna perchè la casistica era davvero bassa. Le scuole, ad esempio, avrebbero potuto tenerle aperte. Ma il ragionamento è stato fatto su scala nazionale».
Ma gli ospedali, vista la curva in crescita dei contagi, sono preparati ad affrontare l’eventuale peggioramento dell’emergenza? «Noi, in Sardegna, siamo stati penalizzati, non c’è dubbio. Nelle altre regioni l’estate è servita per riorganizzare il comparto sanitario: noi abbiamo iniziato coi nuovi ricoveri già dal primo di agosto e già da agosto è arrivata la nuova ondata di positivi, senza contare i turisti. Qui non c’è stata tregua né tempo».
Non siamo messi meglio neanche sul fronte personale medico-sanitario. «Non sono sufficienti, ma su scala nazionale. Medici e infermieri non hanno avuto attenzioni adeguate, anni e anni di tagli hanno portato a questo. L’emergenza dobbiamo contrastarla con il personale e le forze che abbiamo ma se ad esempio dovessero servire 10 infermieri, io non li trovo. Né qui né in Italia». Questo, sostiene il dottor Marracini, per una errata programmazione dell’Università: «Diciamo che “si è fatta i fatti suoi” mettendo il numero chiuso. Il nostro sistema universitario ha imposto alla politica le proprie scelte e il numero chiuso alla fine della fiera ha portato a questo: medici e infermieri insufficienti. Penso che a breve dovremmo andare a cercare personale sanitario all’estero, nei paesi dell’est forse o in India. Quando andrà in pensione la mia generazione saremmo costretti a farci curare da personale straniero».
Nel mentre al Santissima Trinità è sorto un nuovo reparto Covid, il terzo, 20 i posti letto disponibili. «E’ stato inaugurato sabato (9 ottobre, ndr), i primi pazienti sono già arrivati e si trova lì dove c’era Urologia. Quest’ultima è stata trasferita dove prima avevamo Ortopedia che si è spostata al Marino. Qualche spazio per un eventuale nuovo reparto Covid potremmo averlo ancora in Urologia ma io avrei un altro suggerimento anzichè complicare le cose con spostamenti e trasferimenti. In commercio esiste un prefabbricato, perfettamente strutturato e attrezzato che si può costruire in 15 giorni. Potrebbe essere utilizzato solo per terapia intensiva Covid, potrebbe essere un’idea».
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