«Le scuole secondarie del plesso Regina Margherita saranno chiuse. Quanto sopra è frutto della puntale e costante analisi dell’evoluzione della catena di contagio. Sono ore (e giornate) di frenetico lavoro – spiega il sindaco di Uta, Giacomo Porcu – e impegno in stretta collaborazione tra Amministrazione Comunale, Scuola e tutte le Istituzioni competenti».

«Vi chiedo di attenerci sempre e solo alle comunicazioni del sottoscritto – chiede il Primo cittadino- del Comune, della Scuola e di ogni altra Istituzione che vengono e verranno diffuse nei modi d’ uso e più capillare possibile».

Come in tanti altri Comuni, ormai la comunicazione tra istituzioni e cittadini viene aggiornata costantemente, non per seminare il panico come sostengono alcuni, ma semplicemente per invogliare la cittadinanza a rispettare le regole e a tenere alta la guardia: «Cari concittadini, care concittadine – informa Porcu- segnalo che L’ATS ha comunicato che i casi di Covid positivi nel nostro paese salgono a 30. Come già detto, un dato atteso visto l’imponente lavoro di tracciamento posto in essere e dalla rete di contagio che si sta analizzando, oltre alle modalità in cui lo stesso è avvenuto. Raccomando il rispetto delle norme comportamentali».

Talvolta l’emergenza si fa pressante e gli strumenti a disposizione dei sindaci, le risorse umane sono limitate: «Purtroppo l’emergenza in atto spesso non consente a chi deve valutare e decidere in breve tempo e nel modo migliore possibile (io, la Dirigente, i Responsabili Comunali, etc etc) di rispondere alle numerose e pur comprensibili richieste di chiarimenti che ci fate pervenire nei vari canali di contatto. Mi scuso – conclude il sindaco di Uta – Vi ringrazio per la Vostra comprensione e spero apprezziate ogni sforzo e azione posta in essere sempre e solo per la massima tutela della Comunità e, soprattutto, dei nostri figli. Per noi e per gli uffici comunali che RINGRAZIO per l’indispensabile supporto e grande spirito di servizio, la serata è ancora lunga».

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.