San Sperate, grazie alle foto-trappole fioccano le multe per chi butta i rifiuti per strada (FOTO)

Tempi duri a San Sperate per gli incivili dei rifiuti. Il Comune, infatti, ha detto basta ed è corso ai ripari montando diverse foto-trappole nei luoghi dove sorgono le discariche. Copertoni, sanitari del bagno, pezzi di auto, materiale ingombrante e rifiuti pericolosi per l'ambiente. E persino una bambola gonfiabile. Questo e altro è quello che la Municipale ha trovato tra i cumuli di immondizia. Ed alcuni sono stati individuati grazie a dei rifiuti "particolari" che hanno consentito l'individuazione.
Tempi duri a San Sperate per gli incivili dei rifiuti. Il Comune, infatti, ha detto basta ed è corso ai ripari montando diverse foto-trappole nei luoghi dove sorgono le discariche: in periferia, nei pressi degli innesti della 131 e delle strade provinciali. Metodo che sta funzionando e che ha consentito alla Polizia municipale, coordinata dalla Comandante José Simbula, di individuare i “furbetti”. Finora sono state comminate circa una decina di multe di 500 euro.
Sarà dunque difficile per i maleducati buttare la spazzatura dove capita fuorché negli appositi contenitori. Praticamente impossibile non essere beccati e multati. La Municipale, con le vigilesse coordinate da Simbula, hanno trovato di tutto in quelle discariche: copertoni di ruote, sanitari del bagno, pezzi di auto, materiale ingombrante e rifiuti pericolosi per l’ambiente. E persino una bambola gonfiabile. È stato facile rintracciare alcuni dei responsabili perché tra l’immondizia c’erano anche documenti personali con tanto di nominativo e scontrini della spesa con il numero della tessera fedeltà, attraverso il quale si è riusciti individuare i responsabili risalendo ai punti vendita.
«Per via dei tagli agli enti locali – dice il sindaco di San Sperate Enrico Collu – far fronte a un fenomeno crescente come l’abbandono dei rifiuti è duro. Ma non ci rassegniamo. L’utilizzo delle foto-trappole e frugare nell’immondizia, è l’arma più efficace per combattere i “caddozzi” e ne installeremo altre. Non possiamo controllare tutto il territorio in una volta, ma possiamo farlo a campione. Questa strategia inizia dare i primi risultati : sempre più persone colte in flagrante. Chiedo comunque che la cittadinanza ci dia una mano. I dettagli che alcuni cittadini ci hanno fornito, in modo totalmente anonimo, ci hanno infatti aiutato a risalire ad altri caddozzoni e anche senza foto-trappole».
L’iniziativa del Comune di San Sperate non è l’unica in Sardegna: altri comuni, infatti, l’hanno già adottata da tempo con successo: tra questi Selargius e Sassari che grazie a questo metodo stanno sanzionando gli incivili del sacchetto selvaggio.

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