S’Ozzastru è considerato attualmente il patriarca degli olivastri millenari dell’intera Europa, insieme ad altri olivastri millenari si trova a Santu Baltolu di Carana sulle sponde del Lago Liscia. Con una circonferenza di circa 12 metri per un’altezza di 8 metri e i suoi 4.000 anni di età, è l’albero più vecchio d’Europa. Questo “patriarca della natura” è stato dichiarato nel 1991 Monumento naturale.

In questo scatto si può ammirare la maestosità dell’albero rispetto all’altezza delle persone.

Oggi però a dispetto della sua grande importanza due ragazzini, dall’accento continentale, ci si sono arrampicati sopra, davanti agli occhi della madre che non ha fatto nulla per fermarli. Fortunatamente in quel momento era presente un altro visitatore, sardo, che li ha rimproverati intimandogli di scendere immediatamente.

«È assurdo – scrive l’uomo- che non ci sia nessun genere di vigilanza a proteggere un bene così prezioso. Chiunque potrebbe avvicinarsi e danneggiare S’Ozzastru, e dire la verità l’intero sito è mal tenuto, sporco, un tempo si pagava, c’erano le guide. Adesso – conclude l’uomo- l’accesso è libero, ma non ci sono controlli».

È il nonno di tutti gli alberi d’Italia. Si trova a Luras in provincia di Olbia Tempio e da non molto ha spento le 4000 candeline, anche se a questa età ha perso un po’ il conto.

Sotto l’ombra dei suoi rami si sono riposati, nell’ordine, gli antichi nuragici, romani, aragonesi e sabaudi. L’albero, Monumento naturale dal 1991, è alto 14 metri, ha una circonferenza del tronco di undici metri e mezzo e una circonferenza della chioma di 21 metri.

Si trova in località Santu Baltolu di Carana, sulle sponde del lago Liscia, dove altri millenari fanno compagnia a S’Ozzastru. A pochi metri di distanza, ad esempio, c’è un altro ulivastro di circa 2000 anni. 

S’Ozzastru, l’essere vivente più vecchio d’Italia, ha oltre 4000 anni. : è un esemplare di Olea europaea e, nonostante l’età, gode di ottima salute. Il ministero dell’Agricoltura ha aggiornato l’elenco degli alberi monumentali: sono oltre 3300. Quando il primo elenco venne approvato, nel 2017, la lista era composta da 2400. Oggi sono 3300, come annunciato dal ministero delle Politiche agricole in occasione della Giornata mondiale della terra nel mese di aprile.