Scivolare sull’acqua leggeri: il Sup e il suo nuovo modo di fare turismo sostenibile in Sardegna
Solo il rumore della pagaia sull'acqua e le bellezze mozzafiato della Sardegna, ma viste da una prospettiva diversa. Piace tanto quest'idea di unire sport e turismo, cultura, natura e movimento, ma per quanto sia semplice, il Sup non si improvvisa, e la priorità è sempre la sicurezza, per questo occorre affidarsi agli esperti
Articolo di Carla Mura
In piedi sulla tavola a pagaiare scivolando letteralmente sulla superficie dell’acqua, con movimenti precisi e calibrati, mantenendo l’equilibrio: Sup è l’acronimo di Stand Up Paddle e si sta diffondendo sempre di più anche in Sardegna. C’è chi da attività sportiva l’ha trasformato in vera e propria forma di turismo. Alessandro Abis, guida ambientale e istruttore ISA di Sup, con il suo “Follow the Sun Sardinia” accompagna i turisti alla scoperta dei posti più belli dell’Isola, ma glieli mostra da una diversa prospettiva, quella del mare.
Una delle strategie vincenti di qualsiasi mercato è quella di diversificare il più possibile l’offerta e in quest’ottica Abis organizza escursioni in Sup: «Il Sup consente di unire diversi aspetti che caratterizzano una visita guidata – spiega Alessandro – come la cultura, la storia geologica di un luogo, gli aspetti legati all’ambiente e alle biodiversità, nello stesso tempo però si pratica attività sportiva e si vive il mare, elemento dal quale il nostro turismo non può prescindere».
Il Sup è uno sport che possono praticare tutti, requisito fondamentale è saper nuotare e con le dovute cautele e l’attrezzatura adatta, possono praticarlo tranquillamente anche i bambini. Ma attenzione, in questa disciplina la sicurezza ha la priorità: «Non dobbiamo mai dimenticarci che abbiamo a che fare col mare. Coi cambiamenti del meteo, soprattutto legati al vento, che in Sardegna possono essere repentini – aggiunge Abis che ha anche il brevetto di bagnino di salvamento – il rischio di uscire con le condizioni non ottimali è sempre presente. Bisognerebbe sempre verificare la qualità delle attrezzature messe a disposizione, perché quelle di scarsa qualità rendono meno soddisfacente la pratica di questo sport, invece tavole e pagaie performanti fanno la differenza».
Quando si sceglie da chi farsi accompagnare, dunque non ci si deve far ingannare dal prezzo più basso. Purtroppo, come accade spesso, parallelamente a chi svolge il proprio lavoro con grande professionalità c’è chi, fiutando la possibilità di facili guadagni, si improvvisa, ma in questo caso più che mai è fondamentale affidarsi a professionisti preparati. «Non ci si può improvvisare istruttori. Imparare a praticare il Sup non è particolarmente difficile – precisa Abis, istruttore ISA, Internazional Surfing Association- a patto che si imparino i movimenti giusti che consentono di non fare troppa fatica o di non sollecitare eccessivamente certi muscoli. La postura corretta, i segreti per mantenere l’equilibrio, sono tutti elementi che non si possono trascurare e che rendono il Sup un’attività piacevole e non pericolosa solo se insegnata correttamente».
Alessandro guida Aigae, è anche ingegnere ambientale, e spesso accompagna i suoi clienti ad ammirare i siti minerari sardi, importanti esempi di archeologia industriale : «La nostra isola possiede un patrimonio ambientale e geologico, ricchissimo di endemismi e di fenomeni naturali caratteristici, esclusivi di questa terra dalle origine antichissime, che affascinano i turisti. Poter ammirare dal mare, mentre si scivola placidamente sull’acqua a bordo di una tavola da SUP, le affascinanti strutture che vengono dal nostro passato minerario o i monumenti geologici naturali che caratterizzano le coste iglesienti è davvero un’esperienza unica. Per citarne alcuni la fonderia si Fontanamare, la Laveria Lamarmora, lo sbocco a picco sul mare di Porto Flavia, lo scoglio calcareo di Pan di Zucchero, le falesie calcaree di Masua e le scogliere color vinaccia fatte di puddinga ordoviciana caratteristiche di Nebida. viste dal mare oltre che da terra, lasciano nel turista un ricordo indelebile».
Un turista che lascia la Sardegna portando con sé un ricordo così coinvolgente, è un turista che tornerà, che racconterà la sua esperienza e spingerà altre persone a venire in Sardegna. Il turismo proposto da Alessandro Abis, è un turismo innovativo, sostenibile, fondato sulla professionalità, che coinvolge l’indotto, produce utili e rispetta l’ambiente. Per questo sarebbe importante che le istituzioni lo promuovessero, e che vigilassero con attenzione sull’abusivismo che oltre a danneggiare chi svolge il proprio lavoro correttamente, danneggia il turismo nel suo complesso.

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