Africa Sarda, scuola di musica per i ragazzi del ghetto di Lusaka. L’idea di una cantautrice di Carbonia
Un viaggio nello Zambia, l'amore a prima vista per la musica e la cultura africana: così la cantautrice di Carbonia Carla Cocco ha fondato l'associazione "Africa Sarda" che, grazie a una raccolta fondi, ha permesso la realizzazione di una scuola di musica e studio di registrazione nel ghetto di Bauleni, a Lusaka, la capitale. Dopo un periodo difficile della sua vita personale, lì è tornata a sorridere "grazie alla gente del posto".
La passione per la musica, l’amore sviscerato per l’Africa, la sua cultura e la sua musica. È ciò che ha spinto Carla Cocco, cantautrice di Carbonia di origine greca, a fondare, nel 2018, l’associazione “Africa Sarda”, un incontro tra le tradizioni musicali del Continente Nero e quelle della nostra Isola. Grazie a una raccolta fondi online, che in poco tempo è riuscita a raccogliere 6 mila euro, è stato possibile costruire uno studio di registrazione e scuola di musica nel cuore del ghetto di Bauleni, a Lusaka, la capitale dello Zambia.
Qui gli abitanti hanno trovato grazie al progetto ideato da Carla, un’occasione di riscatto. Ovviamente c’è un percorso che l’ha portata a fondare l’associazione e aprire la scuola musicale chiamata “Africa Sarda Studio”, nel centro sociale Steve Biko Social Center. Tutto comincia a ottobre 2015: è la prima volta che mette piede nello Zambia (dopo è stata in Etiopia ed Egitto). «Cantai nell’ambasciata italiana – racconta – Poi ho passato del tempo con la gente di Bauleni e sono rimasta letteralmente colpita dalla positività di queste persone che hanno sempre un sorriso sulle labbra e ti fanno sentire a casa».
Durante il periodo trascorso con la gente del ghetto di Lusaka, Carla ha conosciuto Diego Mwanza Cassinelli, responsabile del’ong zambiana “In & Out of the Ghetto” (Dentro e fuori dal ghetto). Quello del 2015, come già accennato, è stato il primo di altri viaggi nel Paese africano. «Ho attraversato un periodo molto difficile della mia vita, così a Natale 2017 ho deciso di fare le valigie e tornare nel ghetto di Bauleni a Lusaka. Suonavo la chitarra seduta per terra in mezzo agli abitanti; io cantavo e a loro ho insegnato “Non potho reposare” e “Nanneddu Meu”, che hanno imparato subito. A loro volta poi loro mi hanno insegnato le canzoni africane. Dopo tre giorni abbiamo registrato un disco dal titolo “Africa Sarda e Is Amigus”». L’obiettivo della scuola di musica di Bauleni è quello di dare ai ragazzi del ghetto gli strumenti e le competenze per esercitarsi e migliorare le loro conoscenze musicali; ma anche quello di esprimere la propria creatività e guadagnare dei soldi tramite i concerti, per poi reinvestirli all’interno del ghetto stesso.
Inizialmente Carla era sola in quella che chiama “la mia più sensata follia”, ma poi si è unito a lei Andrea De Luca, musicista romano e vicepresidente dell’associazione, nonché suo attuale compagno con il quale ha avuto una bimba, Miucha, che ora ha otto mesi: «Lui ha un ruolo molto importante in questo progetto. Vorrei poter fare di più ma il Covid ci ha costretti a rimanere a casa. Abbiamo un progetto: fare lezioni e musica a distanza, online, visto che per molto tempo probabilmente non potremo mettere piede in Zambia. Ma c’è il problema della connessione internet che risolveremo presto, siamo fiduciosi, magari con le donazioni che riceveremo dalle persone che ci seguono. Nonostante tutte queste difficoltà, però, siamo riusciti a realizzare un video, durante la quarantena, intitolato “I can see clearly now – Africa Sarda & Friends, Aid for Bauleni – Together at home version”». Un video realizzato da ben 70 persone, 50 artisti e 20 persone comuni, ognuno dalla propria abitazione in diversi paesi del mondo. «Dopo averlo visto, sempre più persone a Bauleni vogliono iscriversi alla scuola di musica e ci stanno mandando le loro canzoni».
Carla ci tiene a sottololineare che quello di Africa Sarda non è e non vuole essere assistenzialismo: «Noi diamo alle persone del ghetto gli strumenti e le competenze per potersi creare un futuro e riscattarsi dalla povertà». Povertà che lei stessa ha conosciuto in prima persona durante il suo periodo insieme agli abitanti di Bauleni: «Mi lavavo con una tazza di acqua, e non tutti i giorni, perché è spesso assente. Quando c’è fanno festa, è un bene che per loro non è per niente scontato come lo è da noi. Di loro mi ha proprio colpito l’essere sempre allegri e sapersi arrangiarsi».
Progetti futuri? «Siamo in procinto di aprire la sede di Africa Sarda anche qui da noi, a Tratalias; una scuola di musica come quella di Lusaka. E appena l’emergenza Covid sarà terminata ovunque, io, Andrea e la mia bimba probabilmente ci trasferiremo nello Zambia. È lì che ho lasciato il mio cuore. Non sono io che sto aiutando loro: sono loro che mi hanno aiutato a tornare a sorridere e mi hanno salvata». Per fare una donazione all’associazione e permettere di fornire gli strumenti per la scuola di musica di Bauleni, andare sul sito paypal.me/africasarda (IBAN: IT08U0760103200001043554185). Il sito internet dell’associazione è https://www.africasarda.com .
© RIPRODUZIONE RISERVATA