Circa settemilaottocento chiamate in due giorni della Croce Rossa in Sardegna per l’indagine epidemiologica nazionale sul coronavirus.

Arrivano già i primi risultati parziali: soltanto a Cagliari già cento persone contattate hanno dato la disponibilità al test sierologico fissando gli appuntamenti per il prelievo venoso.
   

Il Governatore della Sardegna ha partecipato oggi alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” e ha ribadito la sua volontà di non far accedere i turisti all’Isola a meno che non si sottopongano al test. Due sono le possibilità a partire dal 3 giugno: un certificato di negatività che attesti l’esecuzione di un test fatto 3 giorni prima della partenza, oppure un test rapido come quelli che si stanno usando in New Jersey, da somministrare all’arrivo in aeroporto.

Al momento però nessuna delle due ipotesi è certa, per la prima occorre la liberalizzazione dei test da parte del Governo, per la seconda oltre alla disponibilità dei test, un’organizzazione logistica con gli aeroporti, visto che i test andrebbero eseguiti al momento dell’arrivo negli scali sardi, e come ha precisato stamattina Solinas, si sta discutendo con le società di gestione degli aeroporti.

Ovviamente l’ipotesi del certificato all’imbarco renderebbe tutto più rapido perché il turista può uscire dall’aeroporto immediatamente, se invece dovesse sottoporsi al test al momento dell’arrivo, i tempi si allungherebbero notevolmente richiedendo sforzi di organizzazione logistica importanti. Scompaiono invece le altre ipotesi, che il Governatore ieri ha definito “Possibili scenari” come l’autocertificazione o l’uso di app per la tracciabilità delle persone.

Confermata invece la scelta di non far ricadere il costo dell’eventuale test sul turista. Solinas infatti ha confermato quanto annunciato nei giorni scorsi sui bonus, sulla possibilità cioè per il turista, di recuperare il costo del test in termini di servizi turistici offerti dall’albergo che lo ospita. Nel caso poi si tratti di turisti che hanno la seconda casa nell’Isola, o comunque non trascorreranno la vacanza in un resort, sarà loro comunque fornito un bonus col quale ottenere biglietti per siti archeologici da visitare o per acquistare prodotti tipici. Anche i residenti in Sardegna che vivono fuori e torneranno per le vacanze, dovranno sottoporsi al test, e avranno anche loro i bonus di rimborso.