Solinas: «Visto che i sindaci non riaprono i negozi, mi assumo io la responsabilità di farlo»
Solinas: «Visto che i sindaci non riaprono i negozi, mi assumo io la responsabilità di farlo»
Solinas: «Visto che i sindaci non riaprono i negozi, mi assumo io la responsabilità di farlo»
Il Governatore risponde con un'ordinanza alle polemiche suscitate dai sindaci in merito alle riaperture dei negozi: aprirà lui, saranno poi i sindaci che non sono d'accordo ad emanare un'ordinanza con la quale impediranno la riapertura
«In Sardegna ci sono 245 comuni in cui non si è registrato nemmeno un caso positivo, dunque è normale che l’indice di contagio non venga rilevato, ma questo non significa che ci sia incertezza – ha affermato Solinas rispondendo alle polemiche di molti sindaci sardi- semplicemente che non ci sono casi».
«L’atteggiamento di alcuni sindaci non è giustificato, visto che l’indice generale per la Sardegna è 0,48. Nel resto d’Italia il limite per le riaperture era fissato a un indice pari o superiore a 1 e in Sardegna il Comitato tecnico scientifico ha fissato come limite 0,5,- ha aggiunto il Governatore – dunque non c’è ragione per non volersi assumere la responsabilità di riaprire le attività di servizi alla persona».
«Visto che i sindaci non si assumono la responsabilità lo farò io – ha assicurato Solinas – entro oggi firmerò un’ordinanza che autorizza la riapertura di profumerie, gioiellerie, negozi di abbigliamento e le attività che offrono servizi alla persona se poi i sindaci vorranno tenere ancora chiuso dovranno emanare un’ordinanza contraria».
«Ci stiamo accingendo a vivere una fase nuova e cosciente ed è giusto che torniamo in maniera ordinata e prudente e vivere la nostra vita. Rimandare ancora la riapertura delle attività commerciali, ora che abbiamo le linee guida- ha concluso Solinas- sarebbe come condannare i commercianti a chiudere definitivamente».
Assemini, i commercianti consegnano le chiavi delle loro attività, la Sindaca: «Siamo con voi»
Più di 200 commercianti della cittadina si sono presentati questa mattina in Municipio per consegnare simbolicamente le chiavi delle loro attività, la Sindaca li ha incontrati e ha annunciato contributi a fondo perduto e altre forme di aiuto, ma per la riapertura mancano linee guida e indice di contagio, che non possono essere stabili dai sindaci e che per ora non arrivano
Le richieste dei commercianti di Assemini sono poche e molto chiare: abolizione delle tasse comunali 2020, un piccolo fondo perduto per ripartire, abolizione delle ritenute comunali sulle buste paga, orari più elastici, i bar e i ristoranti chiedono anche la possibilità di poter utilizzare il suolo pubblico senza doverlo pagare, e poi tutti chiedono le linee guida per potersi adeguare subito ed essere pronti per la riapertura. Naturalmente però non tutte le risposte a queste istanze dipendono direttamente dal Comune, le linee guida per esempio le deve fornire il Governo, l’indice di contagio che serve ai sindaci per decidere le riaperture, il tanto discusso Rt, lo deve fornire la Regione.
Questa mattina dopo un po’ di tensione sul mantenimento delle distanze, dovuto al gran numero di persone che si sono presentate in Comune, che forse nessuno si aspettava, la sindaca Sabrina Licheri insieme all’Assessore allo sport Gianluca Mandas e a quello delle Attività produttive Diego Corrias, ha ascoltato le richieste dei commercianti cercando di dare loro delle risposte. Le storie raccontate sono tutte tristemente simili, e parlano di incapacità di coprire le spese anche delle sole utenze, di quei famosi 600 euro che, nei casi in cui sono arrivati sono stati spesi immediatamente. Storie di una Cassa integrazione che non arriva, e di voglia di riaprire ma senza nessuna certezza né sulle date né soprattutto sulle modalità.
«Abbiamo trovato più di 500mila euro – ha annunciato l’Assessore alle Attività Produttive– di fondi nostri. Saranno assegnati circa 600 euro a fondo perduto a tutte le attività produttive senza distinzione di dimensione o fatturato. Abbiamo deciso di ridurre la Tari, togliendo dal conteggio i mesi di marzo e aprile. Ci sono pervenute 650 domande, l’istruttoria è già lunga, inoltre purtroppo molte non erano complete, e i dati come l’Iban spesso risultavano sbagliati. Tutte queste cose fanno perdere tempo, i nostri uffici stanno lavorando quasi esclusivamente a questo, entro la settimana approveremo la delibera per l’assegnazione dei fondi che verranno accreditati direttamente sul fondo e che potranno essere spesi senza condizioni».
Ad Assemini hanno sede molte palestre e associazioni sportive dilettantistiche che sono ferme da due mesi e che saranno probabilmente le ultime a riaprire, vista la difficoltà di praticare sport al chiuso o comunque in spazi ridotti in sicurezza: «Abbiamo tenuto conto anche della palestre e delle Asd – ha spiegato l’assessore con delega allo sport Gianluca Mandas – stiamo cercando di reperire fondi anche per loro. Bisogna però fare una distinzione tra le palestre che rientrano nelle partite iva e dunque avranno diritto al contributo delle attività produttive, mentre per le Asd, dovremmo riuscire a stanziare dei 30 ai 50 mila euro».
Molto più complesso il discorso relativo alle riaperture. I commercianti vorrebbero riaprire immediatamente, ma la Sindaca, insieme con tutti i colleghi della Città Metropolitana per ora ha deciso di non procedere con le riaperture: «Non abbiamo ricevuto dal Governo le linee guida e senza non possiamo riaprire – ha affermato Sabrina Licheri- senza queste indicazioni che naturalmente non possiamo stabilire noi comuni perché non ne abbiamo la competenza, rischiamo di esporre i commercianti a gravi sanzioni. Ci auguriamo che arrivino entro mercoledì come promesso da Roma».
«Resta comunque la difficoltà di rispettare l’ordinanza regionale numero 20 del 2 maggio. Il Governatore Solinas ha infatti attribuito a noi sindaci la responsabilità della riapertura, chiedendoci di fondare le nostre scelte sull’indice di contagio. Però sappiamo tutti che quel dato non è indicativo e affidabile. Intanto perché il primo che ci è stato fornito si basava sui numeri fino al 20 aprile, un dato quindi molto vecchio, inoltre nei comuni in cui ci sono stati meno di 30 contagi non è nemmeno possibile calcolarlo. Gli esperti dicono che ci potrà essere un nuovo aumento, seppure contenuto, dei contagi – ha concluso la sindaca – dunque si deve usare la massima cautela e noi dobbiamo essere messi nella condizione di decidere sulla base di dati certi. Un aiuto potrebbe arrivare dal Prefetto se deciderà di pronunciarsi come ha fatto quello di Sassari. Noi sindaci dell’area metropolitana siamo in contatto continuo, attendiamo stasera la diretta del Governatore per capire se arriveranno altre ordinanze o chiarimenti.
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