Maturità ai tempi del Covid: gli studenti sardi tra ansia, incertezza e speranza

La notte prima degli esami 2020 sarà difficile da dimenticare per i maturandi italiani. L'esame di Stato ai tempi del coronavirus passerà alla storia come il più incerto di tutti i tempi, almeno fino a ieri, quando la ministra Azzolina ha chiarito molti dubbi. E anche i maturandi sardi provano sentimenti comuni: ansia, incertezza, preoccupazione ma anche speranza.
Sarà una maturità che ricorderanno tutta la vita quella che i ragazzi e le ragazze affronteranno quest’anno. Il Covid-19 ha cambiato quasi tutti gli aspetti della quotidianità. Ma tra gli studenti serpeggia un po’ di incertezza, soprattutto circa le decisioni della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sul metodo di svolgimento dell’esame. Elio Sanchez, che si diplomerà il 17 giugno all’Istituto Magistrale “Baudi Di Vesme” di Iglesias, indirizzo economico-sociale, ha creato una petizione che chiedeva alla ministra di avere chiarimenti proprio sullo svolgimento dell’esame orale, dopo che la titolare del Dicastero aveva accennato a due elaborati , senza tuttavia specificare da dove sarebbero stati scelti.
E il chiarimento da parte di Azzolina è arrivato: tutti gli studenti saranno ammessi all’esame finale, la prova sarà solo orale e si svolgerà in presenza, non online. Torna inoltre la tesina sulle discipline di indirizzo, il cui argomento sarà assegnato dai docenti di quelle stesse discipline entro il primo giugno. Si discuterà poi un breve testo e il maturando analizzerà il materiale assegnatogli dalla commissione in base al percorso fatto. Si dovrà anche discutere di “Cittadinanza e Costituzione”, proprio come ci si auspicava nella petizione.
Questo chiarimento non soddisfa tutti, perlomeno non Elio: «Chiedevamo si potesse fare un esame online attraverso un percorso – dice – e su questo la ministra non è mai stata chiara. Ritengo che l’esame in presenza sia rischioso, c’è sempre il pericolo di contagio, sarebbe stato meglio farlo online». Qualche rimpianto? «Sì, avrei voluto essere maturando con la tesina di due anni fa». E i sentimenti che prova sono un mix di ansia e preoccupazione. Alessia Masala, maturanda del Liceo Scientifico “Emilio Lussu” di Sant’Antioco, è d’accordo con lo svolgimento dell’esame in presenza: «Online non sarebbe stato possibile per tutti – afferma – Io ho avuto difficoltà con la didattica a distanza, ritengo sia stata un flop, non è stato semplificato nulla. Fare l’esame in presenza non è rischioso se verrà svolto con tutte le misure di sicurezza, come infatti avverrà. Ciò che provo è tensione, preoccupazione e un senso di precarietà, perché fino a oggi abbiamo avuto notizie contrastanti e poco chiare».
Come Alessia, Elena Loriga, maturanda del Liceo Classico del Convitto Nazionale di Cagliari, è contenta di poter svolgere l’esame in presenza: «L’idea di sostenere il colloquio online era una prospettiva triste per noi ragazzi come per i professori. Siamo tutti entusiasti di avere questa possibilità, ovviamente nel limite della sicurezza sanitaria». A differenza degli altri, dice di non sentirsi troppo preoccupata: «Avere i nostri insegnanti nella commissione d’esame mi tranquillizza perché so cosa si aspettano da me e conosco il loro metodo di lavoro. La prospettiva di affrontare l’esame di stato in un momento in cui tutto sta cambiando regala un po’ di quella normalità che tutti abbiamo bisogno di sentire di nuovo. Insomma, avere la possibilità di vederci cresciuti grazie a questo tanto mitizzato rito di passaggio è veramente importante in un momento come questo».
Francesca Pilia, studentessa del Liceo Classico “Dettori” , vede molta incertezza e confusione: «Ancora non si è capito bene come si svolgerà il colloquio perché le informazioni che vengono date sono confuse e ognuno prova a interpretarle un po’ a modo suo. Ciò non ci sta avvantaggiando, ma anzi fa sì che gli studenti si trovino ancora oggi a brancolare nel buio. Piuttosto che fare l’esame online sarebbe più giusto non farlo, dunque giusto farlo in presenza. Non tutti gli studenti hanno la possibilità di avere gli strumenti necessari per partecipare alla didattica a distanza e neanche un forte connessione internet». Come gli altri anche lei prova ansia e paura: «Ci si gioca l’intero voto in un’unica prova e la tensione è tanta. Però provo anche tanto dispiacere perché ogni maturando si aspettava quest’anno in maniera totalmente diversa e sperava di viverselo a pieno e in maniera più “convenzionale”».
Anche il giovane scrittore di talento Matteo Porru prenderà il diploma quest’anno, per la precisione al Liceo Classico “Dettori” di Cagliari. Dice di aver vissuto inizialmente male questa maturità atipica: «Per uno che ha studiato continuativamente per cinque anni e sognava “la notte prima degli esami, lo scritto intorno al dizionario, e poi l’orale, lascia l’amaro in bocca. Sono contento che l’esame si faccia in presenza. Non mi piace il fatto che le certezze stiano arrivando solo ora, non sapevamo di cosa ci saremmo dovuti occupare all’orale. L’attesa è stata snervante e un po’ nevrotica. C’è stato tanto fumo e niente arrosto. L’arrosto si sta cuocendo in questi giorni, speriamo almeno che ce lo servano caldo».

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