Le famiglie dei militari donano generi alimentari ai bisognosi e i “sassarini” le consegnano

Bellissimo gesto di generosità a Sassari: circa una tonnellata e mezzo di cibo e bevande da destinare a persone e famiglie bisognose sono state offerte dalle famiglie dei militari del 152° reggimento fanteria, del Reparto Comando Supporti Tattici e del Comando della Brigata Sassari e consegnate dai Sassarini
Oltre 2.300 prodotti alimentari di prima necessità, frutto della speciale raccolta alimentare che le famiglie dei militari del 152° reggimento fanteria, del Reparto Comando Supporti Tattici e del Comando della Brigata “Sassari” sono state donate alla Caritas diocesana del capoluogo turritano.
Destinatarie di questo bel gesto di generosità, persone e famiglie bisognose di Sassari che versano in situazioni di particolari difficoltà economica a causa dell’emergenza coronavirus. Gli alimenti sono stati caricati a bordo dei mezzi dell’Esercito e consegnati dai “sassarini” ai responsabili del Centro servizi della Caritas diocesana in largo Seminario che provvederanno a distribuirle predisponendo il servizio più volte alla settimana per andare incontro anche a coloro che solitamente non si rivolgono alle parrocchie.
«Il Covid -19 ha messo in crisi numerosi settori. Da qui l’iniziativa spontanea della raccolta di alimenti a lunga scadenza per far fronte alle situazioni di bisogno e disagio in cui versano molte famiglie della nostra città – ha dichiarato il comandante del 152° reggimento, colonnello Giuseppe Rocco – la solidarietà e l’altruismo sono valori che fanno parte del Dna dell’Esercito, di un Esercito che è tra la gente e per la gente. In questo frangente così particolare e drammatico che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, le nostre famiglie e noi militari sentiamo il dovere di non lasciare indietro nessuno».
«Ringrazio la Brigata “Sassari” per questo gesto di solidarietà concreta – ha affermato il direttore della Caritas diocesana, don Gerolamo Derosas – che nasce dalla volontà di mettere al centro la dignità delle persone per le quali il cibo non è solo un conforto, ma una necessità primaria difficile da soddisfare e grande sostegno in un progetto volto alla cura integrale dell’uomo preoccupato per l’aumento in città della povertà, in maniera particolare della nuova categoria di poveri causata dalla pandemia, ma anche fiducioso nello spirito di generosità e altruismo che ha sempre contraddistinto la nostra comunità profondamente legata alla carità evangelica».

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