Lavorano instancabilmente per tantissime ore, si prendono cura dei pazienti, li tranquillizzano, sorridono e scherzano tra loro – quando è possibile – per allentare la grande tensione che vivono in queste settimane: sono gli infermieri dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, in prima linea nella lotta al Coronavirus.

Queste foto, gentilmente concesse dalla Direzione sanitaria dell’ospedale cagliaritano, mostrano l’umanità e il grande spirito di volontà di tutti gli operatori sanitari che nelle diverse strutture dell’Isola contribuiscono a garantire la salute di tutta la comunità.

Una delle infermiere, che in queste settimane si sta occupando di fare la dialisi ai pazienti in Rianimazione, si è disegnata un rene nel camice con accanto il suo nome. Un modo per farsi riconoscere dai suoi pazienti e per sentirsi dire ogni tanto «Grazie, Cri».

Forse è proprio di un grazie che hanno bisogno gli operatori sanitari in questo difficile e delicato momento storico. E allora, anche noi di Vistanet, a nome nostro e di tutti i nostri lettori, ci teniamo a dire «Grazie, Cri». Grazie a te e a tutti gli altri infermieri, medici e operatori sanitari della Sardegna. 

La bellissima e commovente immagine mostra sorrisi di speranza ma che, dietro, celano un messaggio: da dietro la finestra di casa un padre, medico cagliaritano, saluta, attraverso il vetro per evitare ogni contatto, i suoi figli. Il dottore cura i pazienti positivi al Coronavirus e, al momento, deve rimanere separato dai suoi familiari. La foto, postata da uno dei figli, Cosimo Salis (nello scatto coi fratelli Jacopo e Simonetta), ha suscitato tantissima commozione e condivisioni online. Ecco il messaggio che accompagna l’immagine:

«Noi stiamo a casa, babbo non può, è medico ed è in prima linea in questa situazione, dato che ormai si trova a dover visitare pazienti positivi al CoVid19. È passato giusto per salutarci, dalla finestra di casa. Non può entrare perché non sarebbe sicuro per no»i.

«State a casa, fatelo per i medici, per gli infermieri, per gli operatori sanitari, per i familiari e le persone care. State a casa per far finire quanto prima questa situazione. State a casa perché io, come molti di noi, ho voglia di rivedere al più presto le persone care».