Il 29 febbraio Fabio, un ragazzo di Cagliari, avrebbe finito il suo lavoro per una multinazionale. Secondo la legge vigente in Slovacchia se avesse presentato la richiesta entro 7 giorni dalla fine del contratto avrebbe avuto diritto alla disoccupazione. Il giovane avrebbe sostenuto di lì a breve altri colloqui di lavoro, ma in attesa di trovare un nuovo impiego, per non rimanere senza reddito ha pensato di ricorrere all’assegno di disoccupazione.
«Sono tornato qualche giorno a Cagliari in ferie – racconta Fabio- e poi sono ripartito per Bratislava, per definire la domanda di disoccupazione e terminare il lavoro. Quando ho lasciato la Sardegna, ancora non si sapeva di contagi da Covid-19 nell’Isola. Sull’aereo che da Cagliari mi ha portato a Orio al Serio c’erano pochissime persone, ho fatto uno scalo brevissimo durante il quale non ho parlato con nessuno, ed ero protetto dalla mascherina».
Fabio qualche giorno fa si è recato all’ufficio di collocamento per consegnare tutta la documentazione, ma quando l’addetto alla reception ha sentito che era italiano, gli ha chiesto di sottoporsi al controllo del termometro laser. «Non avevo neanche 37, a parte che stavo bene. Ma mi hanno intimato di andare subito all’ospedale. Lì il medico ha confermato che non avevo febbre (36.7 rilevata), ma che per rilasciarmi un certificato che lo attestasse dovevo andare in un altro ospedale».
Per Fabio è molto importante riuscire a ottenere l’assegno di disoccupazione, gli serve subito il certificato così si rivolge immediatamente al secondo ospedale. Ma una volta lì la dottoressa, sebbene gli dica che la temperatura è 37.1 non gli rilascia il certificato, ma non lo sottopone al tampone e chiede a Fabio di tornare a casa e restare in quarantena rilasciandogli un documento in cui chiarisce non ha sintomi. Il giovane si attiene scrupolosamente alle indicazioni e rispetta l’isolamento.
Così si rivolge all’ambasciata italiana. «Sono stati disponibilissimi, mi hanno aiutato contattando l’ufficio di collocamento – ricorda Fabio- per chiedere una proroga della scadenza visto che io ero bloccato in isolamento». Nel frattempo i giorni di quarantena finiscono, e dunque il giovane non dovrebbe aver contratto il virus in Sardegna. Da ieri però ha la febbre, all’ospedale dove è stato controllato in serata non hanno ritenuto di sottoporlo al tampone, ma ancora una volta gli hanno chiesto di stare a casa e rimanere in isolamento. Intanto da oggi a Bratislava gli aeroporti sono chiusi.
Fabio si trova a Bratislava, senza sapere se otterrà l’assegno di disoccupazione, senza un reddito al momento e nell’impossibilità di poter far rientro a casa. Avendo superato i giorni di quarantena non può aver contratto il virus in Italia. «Ho necessità di tornare a casa, per questo chiedo aiuto alle istituzioni – qui è tutto bloccato e in Italia senza autocertificazione con consenso delle autorità non si può entrare. Sembra che qualcuno stia cercando di uscire da Paese in auto ma io non voglio farlo. Pre la mia sicurezza e per quella degli altri. Però ho bisogno di aiuto».
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