Sanificazione delle strade: è utile o dannosa? Perché nell’Isola solo alcuni comuni la fanno?

È efficace per il contenimento del contagio? È dannosa per l'ambiente? L'Anci Sardegna ha chiesto un parere all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiente, per capire come regolarsi, alcuni comuni come Uta e Villaspeciosa hanno aspettato il responso, altri invece hanno deciso di sanificare le strade con l'ipoclorito di propria iniziativa. Vistanet ha raccolto il parere un virologo dell'Università di Milano. Nell'articolo il documento con le indicazioni dell'Ispra.
Tra Tg e social, vediamo sempre più spesso scorrere immagini di strade deserte, operai in tuta arancione e grossi mezzi che erogano il disinfettante. In situazioni come queste, dove comprensibilmente i cittadini hanno paura, queste immagini diventano rassicuranti e viene spontaneo chiedere o addirittura pretendere, che i propri amministratori locali facciano altrettanto.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, allo stato attuale non esiste alcuna evidenza scientifica che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione del CoViD 19, dunque valuta la sanificazione con ipoclorito di sodio, come misura la cui utilità non è accertata. Raccomanda invece l’ordinaria pulizia delle strade con saponi o detergenti convenzionali.
L’uso di ipoclorito di sodio, secondo quanto afferma il Consiglio del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente, è una sostanza corrosiva per la pelle e dannosa per gli occhi, per la disinfezione delle strade è associabile ad un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente possibile esposizione della popolazione e degli animali. Il suo utilizzo, se non gestito con la necessaria competenza, è in grado di nuocere alla qualità delle acque superficiali arrecando anche un danno alla vita negli ambienti acquatici, nonché alla qualità delle acque sotterranee qualora veicolato tramite acque di scolo prive di impianti di depurazione.
L’ipoclorito di sodio in presenza di materiali organici presenti sul pavimento stradale potrebbe dare origine a formazione di sottoprodotti estremamente pericolosi, quali clorammine e trialometani e altre sostanze cancerogene volatili. Non è inoltre possibile escludere la formazione di sottoprodotti pericolosi non volatili che possono contaminare gli approvvigionamenti di acqua potabile. L’ISS poi aggiunge alcune indicazioni tecniche indirizzate a quegli amministratori locali che comunque volessero (lasciando quindi la scelta facoltativa) procedere alla sanificazione con ipoclorito, specificando che l’intervento dovrebbe intendersi esclusivamente come integrativo e non sostitutivo delle modalità convenzionali di pulizia stradale e limitato a interventi straordinari.
«La sanificazione delle strade con ipoclorito – spiega Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università degli Studi di Milano – è una misura complementare, rispetto alle altre applicate per il contenimento del contagio del Coronavirus. La sopravvivenza ambientale del virus è relativa, il rischio vero è quello legato agli oggetti più vicini alle persone, tutte quelle superfici in cui possono arrivare piccoli schizzi di saliva. Sanificare le strade costituisce un “In più”, un po’ come mettere le bretelle oltre la cintura per non far cadere i pantaloni, ma ci sono misure molto più efficaci su cui bisogna concentrasi».
«Sono le mani il veicolo che trasporta maggiormente il virus e difficilmente tocchiamo l’asfalto con le mani. È molto più importante tenere pulite le maniglie, le scrivanie, e più in generale tutte quelle superfici che in tanti tocchiamo quotidianamente. La sanificazione delle strade comunque- conclude il virologo- andrebbe gestita con un coordinamento regionale. È auspicabile che questo tipo di interventi, che possono essere dannosi se attuati in maniera scorretta, vengano diretti esclusivamente da operatori qualificati».
In realtà non esiste nessuna prescrizione da parte del Governo, in merito all’applicazione di questa misura. In Sardegna alcuni comuni hanno deciso di propria iniziativa di sanificare con ipoclorito le strade del proprio territorio, altri invece hanno preferito attendere il parere dell’Consiglio del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente e dell’Istituto Superiore di Sanità chiesto dall’Anci Sardegna. Su questa seconda linea si trovano i sindaci di Uta e Villaspeciosa che hanno pubblicato un comunicato congiunto nel quale spiegano alla propria cittadinanza la situazione. Quello che sconcerta e che lo stesso Dott. Pregliasco ha sottolineato, è la mancanza di coerenza tra i vari comuni, sarebbe invece necessario un coordinamento a livello regionale che stabilisca i criteri e soprattutto fornisca i tecnici competenti visti i rischi di danno ambientale che si correrebbero.
«Non c’è unione di intenti tra i sindaci sardi – afferma Gianluca Melis, primo cittadino di Villaspeciosa – con l’Anci si era deciso di chiedere un parere alle istituzioni più autorevoli a livello governativo, proprio per operare le scelte più giuste, e poi agire tutti allo stesso modo. Ma qualcuno ha deciso di procedere senza attendere. Altri sindaci invece hanno preferito aspettare di sapere con certezza quanto questa misura fosse utile, quanto dannosa e soprattutto nel caso si decidesse di procedere, che tipo di prodotti usare e come, in che quantità. E ieri è arrivata la risposta, che spiega appunto che non è dimostrata l’utilità della sanificazione».
«Al momento ci stiamo concentrando sull’applicazione di quelle di misure di cui conosciamo con certezza l’efficacia – conclude il sindaco Melis – la prima e più importante è quella di stare a casa, di uscire il meno possibile. Fare la spesa rispettando le regole e mantenere sempre la distanza fra le persone quando si esce».
Sulla stessa linea Giacomo Porcu, sindaco di Uta: «C’è stata da parte dei cittadini una forte richiesta di questa misura. Ed è comprensibile – riconosce Porcu- se altri comuni lo fanno, la popolazione ha poi la sensazione che la propria amministrazione non si stia preoccupando abbastanza. Se un domani un’istituzione sanitaria regionale o nazionale ci dovesse dire che la sanificazione è necessaria la faremo sicuramente. Sarebbe opportuno che un ente superiore gestisse l’aspetto tecnico perché non ci si può improvvisare su cose così delicate e soprattutto sarebbe opportuno che queste iniziative venissero prese di comune accordo tra sindaci».
«Stiamo attraversando una crisi di cui non conosciamo né gli effetti né la durata. Gli amministratori locali hanno a disposizione pochissime risorse e devono gestirle con molta attenzione. Le attività produttive si stanno fermando. Da qui a qualche mese – dice preoccupato il sindaco di Uta- i piccoli comuni potrebbero trovarsi a gestire emergenze economiche gravi, ci saranno sempre più famiglie in stato di povertà assoluta, che vanno aiutate. Quindi se la Regione o il Governo dicessero che sanificare le strade è di fondamentale importanza per combattere il contagio, i comuni la attuerebbero immediatamente, ma visto che è proprio l’Istituto Superiore di Sanità a non confermare l’utilità della sanificazione con ipoclorito, preferiamo risparmiare le nostre già esigue risorse per altre necessità, attuali e che inevitabilmente arriveranno in futuro. Per ora continuiamo a attenerci alle regole e seguiamo quelle indicazioni che sappiamo con certezza servono a tutelare la nostra salute: stiamo a casa, usciamo il meno possibile usiamo le mascherine e laviamo spesso le mani».
Di seguito il documento con le indicazioni dell’Istituto Superiore per la Protezione Ambiente

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