“Mi pariri ca su peusu deppiri ancora arribbai”: poco ottimismo tra i banchi di San Benedetto

Non lo abbiamo mai visto un mercato di San Benedetto così vuoto di martedì. Un immagine desolante, che rappresenta appieno lo stato d'animo dei commercianti nei box. Un terzo e forse più è rimasto chiuso, e molti di quelli aperti hanno pochissima merce e non per scelta.
«Non ci arriva la merce – spiega una commerciante straniera che vende carne – non solo ci sono pochissimi clienti, ma non riusciamo nemmeno a farci arrivare la merce». Erano almeno un terzo i box chiusi questa mattina. E molti di quelli aperti comunque esponevano poca merce.
Pochissimi i clienti, parcheggio deserto. Mentre i primi giorni dopo il decreto che consentiva di uscire solo per necessità e stabiliva di contingentare gli ingressi nei mercati e supermercati, fuori da San Benedetto si poteva vedere una lunga e indisciplinata coda di persone che attendeva il proprio turno per entrare, oggi i clienti erano davvero pochissimi.
Forse perché il numero dei contagi cresce, forse perché si sono registrate le prime due vittime nell’Isola, e magari convinti dalla numerosa presenza di forze dell’ordine in giro per le strade, le persone hanno cominciato a recepire il messaggio ed escono solo in caso di necessità. Ma se da un lato questo fa ben sperare per un efficace contenimento della diffusione del virus, c’è il rovescio della medaglia: i devastanti effetti economici che derivano da questa situazione.
I clienti tendono a fare scorte prediligendo alimenti a più lunga scadenza e scartando quelli freschi. Le gastronomie sono quasi tutte chiuse, poche le pescherie e macellerie aperte. Non è certo l’ottimismo il sentimento più diffuso tra i banchi del mercato. I commercianti sanno benissimo che si tratta di misure necessarie e non le contestano, ma è inevitabile che pensino al futuro con grande preoccupazione.
La speranza per i commercianti del mercato e per quelli di tutta Italia è riposta nelle decisioni del Governo. Conte e il Ministro dell’Economia Gualtieri, hanno stanziato 10milioni di euro e deciso una serie di misure per compensare le gravi perdite economiche di questo periodo. E un altro decreto con fondi Ue sarà emanato ad aprile. Per ora è prevista la copertura di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro per marzo, la cassa integrazione anche per aziende con un solo dipendente. Sospensione di mutui e tasse. Previsto anche il rinvio degli obblighi fiscali e la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali assistenziali.
Tuttavia la paura per il futuro è forte. E il fatto di non avere la minima idea di quando si tornerà alla normalità, lascia tutti nell’incertezza. A rappresentare lo stato d’animo più diffuso tra i banchi di San Benedetto è un macellaio, che in casteddaio dice: “Mi pariri ca su peusu deppiri ancora arribbai”, segno che per ora è difficile essere ottimisti.

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