Coronavirus, appello di un medico Rianimatore sardo: “State a casa, abbiamo bisogno del vostro aiuto”

Il principale obiettivo è quello di arginare il contagio così da preservare il sistema sanitario nazionale: se il virus dovesse diffondersi come è successo in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, anche il sistema sanitario regionale rischierebbe di andare al collasso.
In questo momento delicato dovuto all’emergenza Coronavirus le autorità nazionali e regionali chiedono ai cittadini la massima attenzione nel rispettare le norme e le prescrizioni utili al contenimento del contagio.
Il principale obiettivo è quello di arginare il contagio così da preservare il sistema sanitario nazionale: se il virus dovesse diffondersi come è successo in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, anche il sistema sanitario regionale rischierebbe di andare al collasso. Il coronavirus provoca in un buon 10% di contagiati problemi respiratori che vanno necessariamente seguiti in ospedale, nei reparti di Rianimazione in particolare. Se dovessero esserci troppi contagi sarebbe quindi molto complesso assicurare le dovute cure a tutti i pazienti, senza contare coloro che necessitano di cure simili per altre patologie.
Corrado Caddeo, dirigente medico del reparto di Anestesia e Rianimazione del Cto di Iglesias ha diffuso un importante e prezioso appello sui social network in cui spiega quanto sia fondamentale collaborare al meglio per non diffondere il contagio. Parola d’ordine: stare a casa.
«Vorrei ritornare sul punto Coronavirus, qualche settimana fa parlai dei numeri dell’influenza, “chiedendo” ai miei contatti di preoccuparsi di cose serie, di lavarsi le mani e di ascoltare le istituzioni, in quanto l’influenza ha un’incidenza molto ma molto più alta. Questo non aveva il significato di sottovalutare il rischio del Covid-19, ma di avere la consapevolezza che farsi prendere dal panico crea solo casino. Ad oggi i casi di influenza sono ancora molti di più nella sola Italia rispetto al Covid-19 in tutto il mondo.
Quello che va capito è che avendo una percentuale di ospedalizzazioni (sopratutto in terapia intensiva) più alta rispetto all’influenza e sopratutto PIU’ CONCENTRATA nel tempo, tralasciando che i numeri dell’influenza non sono assolutamente quantificabili visto che il contagio riguarda circa 7 milioni di italiani e non tutti sono conteggiati e ancora molti dei morti ospedalieri magari (scrivo magari perché appunto non si può sapere) sono stati complicati da influenza ma la loro morte non viene imputata ad essa, il Covid-19 rischia di portare al collasso il SSN nella nostra regione e nel resto d’Italia, come sta succedendo in Lombardia, che forse è la regione italiana con la migliore organizzazione per la sanità.
Quindi ancora oggi “chiedo”, io come chiunque dei miei colleghi Rianimatori, a chiunque legga questo post, di mantenere la calma, di starsene a casa (sopratutto se anziano, ovvero over 65, o presenti delle patologie croniche), finché la situazione non sarà sotto controllo.
Noi vogliamo dare a tutti tutto l’aiuto necessario a superare questa emergenza sanitaria, ma ci serve il vostro aiuto, prendete coscienza delle norme, rispettatele nei limiti del possibile, non sottovalutate la malattia, ma scusate il gioco di parole, non fatene una malattia. Spero di essere stato abbastanza esaustivo».

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