Come reagiscono i cagliaritani ai nuovi contagi? Poste e bus semivuoti, supermercati affollati
Coronavirus in città: psicosi o prudenza? Anche nei posti all'aperto come Marina Piccola si vede poca gente. Tuttavia i supermercati sono pienissimi, molti cagliaritani non hanno paura, ma se non per se stessi, dovrebbero essere prudenti per i più deboli
Il numero di contagi aumenta e le persone (forse) stanno prendendo coscienza della necessità di evitare i posti affollati. Questa mattina l’atmosfera era diversa dal solito. La Corte del Sole, solitamente il sabato mattina sempre molto affollata, aveva tanti parcheggi liberi. Mentre paradossalmente i parcheggi dei supermercati della zona erano pieni, la gente forse vuol fare scorta di cibo, ignorando il rischio.
Le poste centrali, in piazza del Carmine invece alle 12 erano deserte, c’erano tanti posti auto liberi, persino quelli gratuiti, addirittura pochissime persone anche a Marina Piccola, in un sabato mattinata soleggiato. Nei bar lungo via Roma, e nelle altre zone della città qualche tavolo all’aperto è occupato, ma sono davvero pochi. Addirittura alcuni ristoranti sushi sono proprio chiusi, e di sabato all’ora di pranzo è davvero insolito.
C’è poco rispetto di una delle raccomandazioni più importanti, quella di mantenere la distanza di almeno un metro, per esempio alle casse dei supermercati, alla domanda se sono preoccupate la persone rispondono in maniera diversa: «Non sono particolarmente preoccupata– spiega Alessandra in fila alla cassa, con la sua bambina di 5 anni seduta nel carrello – ci dicono di tenere la distanza, ma se vado nei posti chiusi le persone non la rispettano. Secondo me è solo un’influenza, passerà, si sta facendo solo terrorismo che crea problemi economici».
I bus sono semi vuoti, anche perché soprattutto nell’ora di punta non ci sono gli studenti: «Vado a piedi oggi – afferma Tonino, un signore di 82 anni – sono molto preoccupato, io sono tra le persone a rischio e a novembre ho avuto la polmonite. Ho paura e trovo che sia da irresponsabili ignorare le indicazioni che ha dato il governo. Sono solo e devo fare la spesa, ma adesso torno a casa, l’aria la prendo in balcone..».
Dal CTM spiegano che i mezzi anche prima del DPCM, venivano puliti con detergenti disinfettanti per le pulizie giornaliere, e l’azienda sta già provvedendo alla sanificazione straordinaria di tutti i mezzi in servizio con degli specifici spray igienizzanti su tutte le superfici interne degli autobus, compresi i sedili, i mancorrenti, le maniglie, i pulsanti, oltre che i cruscotti e i volanti dei conducenti. A bordo dei mezzi domani verranno esposti cartelli con il decalogo del ministero della salute.
Una giovane coppia invece ha scelto Marina Piccola per portare a spasso il proprio bimbo, piccolissimo: «Siamo preoccupatissimi – spiegano i neogenitori – dal qualunquismo e dalla superficialità delle persone. Abbiamo deciso di uscire stamattina per una passeggiata all’aperto, dopo tre giorni chiusi in casa, ma evitiamo rigorosamente i luoghi affollati. Le persone si avvicinano, qualcuno allunga la mano per accarezzare il bambino, sembriamo morbosi lo so – ammette la mamma del piccolino che dorme ignaro nel suo passeggino- ma noi chiediamo che non lo facciano. se ci fosse un po’ più di sensibilità saremmo tutti più tranquilli. non è necessario stare a casa, basta scegliere i luoghi giusti e rispettare gli altri».
Al Parco della Musica un gruppo di adolescenti occupa una panchina, saranno almeno 12, tutti vicini, seduti stretti stretti, ridono, non hanno paura, anzi ironizzano: «Spero che mi venga il 14 – dice uno- così mi faccio un mese a casa». Gli altri ridono, ma Caterina, 16 anni spiega: «Ci scherziamo su ovviamente, ma d’altra parte eravamo a scuola insieme fino a mercoledì io ero in banco con lei – dice indicando l’amica che le siede accanto- a questa stessa distanza, che differenza fa se ci sediamo vicine adesso? Prima siamo andati a mangiare in fast food, avevamo una famiglia praticamente attaccata, bisogna essere coerenti non so, forse dovrebbero essere i titolari dei locali a imporre le regole. Se davvero è così pericoloso, perché non li chiudo i locali pubblici oppure perché non ci sono le forze dell’ordine a controllare?».
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