Domani, 21 febbraio 2019 alle 10, nel cortile interno di fronte alla Biblioteca Dante Alighieri (Biblioteca del Distretto delle Scienze Umane), si svolgerà un sit in di solidarietà nei confronti dello studente egiziano dell’Università di Bologna Patrick George Zacky, trattenuto in carcere dalle Autorità egiziane.

Il gruppo di Cagliari di Amnesty International invita tutti gli studenti dell’Università degli Studi di Cagliari a partecipare per chiedere con forza la liberazione di  Zaky, nel giorno prima dell’udienza con la quale si deciderà della sua libertà.

«Faremo delle foto-petizioni e ci sarà la possibilità di firmare l’appello di Amnesty International – si legge nel comunicato che annuncia la manifestazione -. Questa iniziativa si connette a tutte le manifestazioni pacifiche che, a livello nazionale, hanno l’obiettivo di attirare l’attenzione sul caso affinché Patrick non sia l’ennesimo prigioniero di coscienza che viene torturato e ucciso in Egitto per il suo impegno civile».

Il Rettore, con i Prorettori e il Direttore Generale dell’Università degli Studi di Cagliari – interpretando il pensiero di tutto l’Ateneo e nelle more delle sedute del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione – fanno propria la mozione dell’Università di Bologna relativa all’arresto del giovane studente Patrick Zaky, iscritto al “Master Gemma” attivato all’Alma Mater.

L’Ateneo è solidale con la richiesta dei colleghi di Bologna e auspica che la libertà di ricerca venga sempre rispettata e sostiene con forza l’appello dell’Ateneo bolognese.

«Siamo increduli e angosciati per il fatto che possa esserci nuovamente una situazione di questo genere con lo stesso Paese – è il commento di Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, che si riferisce al barbaro assassinio di Giulio Regeni – e ancora una volta contro giovani ricercatori. Un atteggiamento che denota la volontà di sopprimere la libertà di pensiero e di ricerca che non può essere tollerata dallo Stato italiano. Siamo vicini alla famiglia e chiediamo insieme all’Università di Bologna che il Governo italiano e l’Unione europea non smettano di prodigarsi in ogni modo per favorire il rientro di Patrick nella sua comunità».