Spiraglio per i lavoratori del Porto Canale di Cagliari: avviso pubblico per i nuovi investitori

I lavoratori del Porto Canale possono tornare a sperare: se i potenziali investitori accetteranno i requisiti, il terminal tornerà operativo a breve.
C’è finalmente uno spiraglio per il Porto Canale di Cagliari e per i duecento lavoratori fermi da inizio settembre. Ora è ufficialmente sul mercato. È stato infatti pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione dell’istanza di concessione ex art. 18, sulla Gazzetta della Repubblica italiana, sui principali organi di informazione nazionali e stranieri e sul sito ufficiale dell’Autorità portuale.
L’istanza di concessione per l’intera area va presentata entro il 28 febbraio 2020 e a fine agosto dello stesso anno, il Porto Canale dovrà essere operativo. Potranno partecipare soggetti singoli, gruppi o consorzi, i quali dovranno disporre di un capitale di non meno di cinque milioni di euro e avere un’esperienza nel settore di almeno tre anni continuativi negli ultimi cinque anni.
La durata della concessione è di massimo cinquant’anni non rinnovabili automaticamente. Il canone annuale di poco più di 2 milioni di euro, a cui va aggiunta una parte variabile pari all’1 per cento del fatturato in caso di movimentazione pari a 400 mila Teus (misura standard di volume nel trasporto dei container), dello 0,5 per cento del fatturato in caso di movimentazione superiore a 400 mila Teus e dello 0 per cento superiore a 600 mila Teus.
Sono 100 i punti che i potenziali investitori dovranno seguire affinché il loro piano industriale venga accettato. Tra questi: incremento dei traffici, piano di sviluppo, qualità e varietà dei servizi offerti, riqualificazione, manutenzione, potenziamento, miglioramento delle tecnologie, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica, azioni di marketing, internazionalizzazione, diversificazione dell’offerta, capacità di attrarre gli utenti. Inoltre dovrà garantire un numero di lavoratori congruo e su questo ci sarà una premialità se si riassorbirà almeno la maggioranza dei lavoratori. I nuovi investitori avranno il collegamento alla Zona economica speciale (Zes) di oltre 1.600 ettari, per la cui istituzione si è in attesa della firma del Decreto istitutivo, e la Zona Franca Doganale. In più, potranno contare sulla vicinanza del servizio di bunkeraggio della Saras, per il rifornimento del carburante alle navi in transito nel Mediterraneo Sud Occidentale. Sono tuttora aperte interlocuzioni tra Regione e Ministero dello Sviluppo economico per la riproposizione di un contratto di localizzazione, che verra siglato con il nuovo terminalista, per permettere l’acquisto di nuove attrezzature. Maggiori dettagli sul sito dell’Autorità portuale ( www.adspmaredisardegna.it ).
《Crediamo nella possibilità di rilancio del traffico del Porto Canale – afferma il presidente dell’Autorità portuale Massimo Deiana – Vogliamo un piano industriale ambizioso per questo gioiello che dovrà tornare ad essere competitivo》. I lavoratori sono parzialmente soddisfatti ma non vogliono illudersi troppo, come spiega in questa breve video intervista Danilo Agus, che lavora al Porto Canale dal 2000. Lui e i suoi colleghi ora hanno la cassaintegrazione che terminerà a settembre dell’anno prossimo.

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