Si sono riuniti ieri a Tramatza, pastori, familiari, sostenitori e un gruppo di avvocati, per fare il punto della situazione ed elaborare strategie difensive comuni. Ad oggi sono infatti più 600 gli indagati e non si tratta solo di pastori, ma anche dei loro familiari o di semplici sostenitori che presero parte alle proteste di febbraio.

Anche se circa 15 avvocati si sono offerti di difendere gratuitamente gli indagati, e se una parte di loro avendo un reddito molto basso, avrà diritto al gratuito patrocinio, ci sono comunque delle spese da sostenere, per questo, come riportato da Ansa, gli indagati si stanno organizzando per raccogliere i fondi necessari.

Non è solo la partecipazione a manifestazioni non autorizzate, il capo di imputazione contestato alle persone che parteciparono alle manifestazioni di protesta, ma anche violenza privata e danneggiamento. Addirittura ci sarebbe un 20enne che ha ricevuto 16 avvisi di garanzia. Alla fine del mese prossimi cominceranno i primi processi, per quattro persone, per le quali le indagini si sono già concluse.

L’Ospedale San Giovanni di Dio, uno dei più antichi presidi sanitari di Cagliari, oggi ospita principalmente ambulatori. Eppure, tra i suoi corridoi continua a vivere una delle storie più misteriose e inquietanti della città. Una leggenda che affonda le radici in un passato tragico: l’uccisione di una suora per mano di una consorella, avvenuta molti decenni fa quando l’ospedale era dotato di Pronto Soccorso e reparti di degenza.

Secondo numerose testimonianze riportate nel volume “Storie di fantasmi e del paranormale” di Giovanni Scalpellino, la figura della religiosa continuerebbe a manifestarsi nelle ore più profonde della notte. Diverse persone giurano di averla vista, sempre tra le 3:00 e le 3:30, mentre si muove lungo i corridoi con un passo innaturale: non camminerebbe, ma fluttuerebbe leggermente sopra il pavimento, come sospesa.

Una delle testimonianze più note è quella di un operatore sanitario che, durante un turno notturno, si era fermato a preparare un caffè. All’improvviso, racconta, la suora sarebbe apparsa davanti a lui in assoluto silenzio. L’uomo, credendola una persona reale, le avrebbe persino chiesto se avesse bisogno di aiuto. Ma la figura non rispose: si limitò a voltarsi e a svanire dirigendosi verso i sotterranei dell’ospedale.

E proprio i sotterranei del San Giovanni di Dio hanno un ruolo centrale in queste narrazioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale erano stati trasformati in un ospedale d’emergenza, un luogo carico di sofferenza e memoria. È lì che, secondo i racconti, la suora scomparirebbe ogni volta dopo essere stata avvistata nei reparti.

“L’ospedale civile di Cagliari con sullo sfondo lo stagno di Santa Gilla”, foto in albumina eseguita dopo il 1870 dal fotografo G.L. Cocco e conservata all’Archivio Storico Comunale di Cagliari

Che si tratti di suggestione, leggenda urbana o qualcosa di più, la storia della suora fluttuante continua ad alimentare il fascino oscuro di uno degli edifici più storici di Cagliari. E ogni notte, tra le 3:00 e le 3:30, qualcuno continua a chiedersi se, dietro quei corridoi silenziosi, non stia davvero passando un’ombra dal passato.