Radja Nainggolan, il Ninja sembra non essersene mai andato via: “Cagliari è casa mia”
"Il Ninja è tornato a casa" così si urlava per le vie di Cagliari la scorsa a estate, quando la notizia che Radja Nainggolan avrebbe vestito nuovamente i colori rossoblù venne confermata. Accolto e atteso come un figlio, il numero 4 del Cagliari non ha deluso le aspettative di tifosi e società e si è ripreso il suo meritato posto nel cuore dei sardi, che mai lo hanno dimenticato.
Amato e contestato, adorato e discusso, Radja Nainggolan è il re di Cagliari e del Cagliari. Nasce ad Anversa nel 1988 da madre fiamminga e padre batak, un’etnia dell’isola di Sumatra in Indonesia. Ha una sorella gemella, Riana, anche lei calciatrice. Radja e Riana vengono abbandonati dal padre quando erano ancora bambini. Fu la mamma a crescerli con tanti sacrifici, una madre a cui il calciatore era molto legato e che è venuta a mancare nel 2010.
Soprannominato il Ninja per il suo stile di gioco, Radja è un centrocampista molto dinamico, grintoso e oscillante, spesso schierato come mezzala o come mediano, davanti alla difesa. Ottimo fiuto del gol, il suo tiro dalla distanza è di notevole potenza. Viene anche utilizzato come regista oppure in un ruolo più avanzato, come trequartista dietro le punte.
Cresce calcisticamente nelle giovanili del Tubantia Borgerout, dove gioca insieme alla sorella dall’età di 5 anni. A dodici si trasferisce poi al vivaio del Germinal Beerschot dove rimane fino al 2005 quando, notato dal procuratore Alessandro Beltrami, passa al Piacenza, all’epoca in serie B: qui inizia la carriera da professionista, diventando titolare nella stagione successiva, giocando 38 gare su 42 e siglando tre reti, contribuendo così alla salvezza degli emiliani.
Arriva in Sardegna il 27 gennaio 2010, preso in prestito con diritto di riscatto dal Cagliari, dove esordisce in Serie A il 7 febbraio 2010 nel match Inter-Cagliari, vinto dai milanesi 3-0. Un inizio turbolento con i rossoblù e poco convincente, ma la società, dopo le sue 7 presenze, decide di dargli fiducia acquistando la metà del suo cartellino. Nel girone di andata del campionato 2010- 11, gioca titolare, forte anche dell’assenza di capitan Conti. È il 31 ottobre 2010, nona giornata di campionato che Radja segna il suo primo gol in serie A contro il Bologna con un destro volante. Radja convince e il Cagliari, al termine della sessione invernale di calciomercato, riscatta la seconda metà del suo cartellino.
Resta in Sardegna fino al 2014, quando passa in prestito alla Roma 3 milioni di euro, con opzione di riscatto della metà del cartellino da parte della società giallorossa fissato a 6 milioni. Con i giallorossi fa il suo esordio in Champions League contro i russi del Cksa Mosca. A Roma, Radja conquista la stima dei tifosi, è amato e acclamato. Quattro anni dopo passa a titolo definitivo all’Inter, a fronte di un corrispettivo fisso di 38 milioni di euro. Esordio travagliato a causa degli innumerevoli infortuni, il belga riesce nel corso degli anni a ricavarsi spazio e consensi, almeno fino all’arrivo di Conte, la scorsa estate.
Nei primi anni in terra sarda Radja si innamora dell’Isola e l’Isola di lui. Amato dai tifosi per le sue prestazioni con la maglia rossoblù, viene inserito n un’ideale Top 11 che comprende i migliori giocatori della storia del Cagliari. In Sardegna il Ninja conosce Claudia Lai, la donna che ha sposato il 3 maggio 2011 e che le ha dato due figlie: Aysha di 7 anni e Mailey di 3 anni. Guerriera e combattente come Radja, oggi Claudia è chiamata a giocare la partita più difficile della sua vita: la sfida contro il cancro e lo fa senza aver paura di mostrare la forza e la fragilità che la contraddistinguono. In Sardegna la famiglia Nainggolan ama trascorrere le vacanze, preferendo il mare sardo e la semplicità della movida cagliaritana alle località frequentate dai vip.
A Cagliari il Ninja ci torna dopo 5 anni in prestito, dopo la separazione con l’Inter, il 5 agosto 2019. Separazione non definitiva. Una scelta di cuore, una scelta d’amore verso una donna, sua moglie che qui avrebbe potuto affrontare meglio la malattia, ma anche una scelta d’amore verso un popolo, una squadra, che lo hanno considerato un figlio, un fratello. L’accoglienza al suo arrivo, in una calda giornata d’agosto, lo ha dimostrato: “Il Ninja è tornato a casa”, si leggeva ovunque.
È il Ninja ogni giorno ripaga l’affetto, lo fa in campo, dove dimostra di essere il perno di una squadra che ogni giorno aggiunge qualità, lo fa per strada con i tifosi, ai quali non nega un selfie, un abbraccio. Lo fa nelle sue serate “brave”, mostrandosi per quello che è: un giovane che nella sua semplicità ama divertirsi, senza filtri e senza ipocrisie. Apparentemente bello e dannato, Radja è in realtà un ragazzo buono e altruista, a cui la vita, fin da bambino non ha regalato nulla. E lo dimostra nel suo quotidiano: quando con orgoglio, ogni mattina accompagna le sue figlie a scuola, quando esce con gli amici inseparabili conosciuti ancora ragazzo, quando con il monopattino scorrazza per le vie della città. Quella stessa città in cui ha deciso di rinascere e riscoprirsi, della quale ama i profumi e i sapori, quella in cui ha riscoperto valori e affetti. Le passeggiate al Poetto o al parco non mancano, quando non si allena lo si incontra spesso al Terrapieno, vive a due passi dal centrocittà nello stesso palazzo di Capitan Conti. Ma è facile trovarlo spesso nelle trattorie della Marina a degustare pesce o la cucina tipica locale, adora il maialetto arrosto, ma non disdegna neanche le patatine fritte.
Eccentrico e bizzarro nell’abbigliamento così come nelle acconciature, certo è che Radja non passa inosservato: il suo parrucchiere di fiducia Matteo, gli riserva sempre dei tagli e dei colori particolari. Saloon il suo negozio d’abbigliamento sportivo preferito. Il Ninja parla ben quattro lingue: olandese, francese, inglese e italiano. Nel 2013 ha visitato per la prima volta l’Indonesia, dove è stato ricevuto dal Ministro per le politiche giovanili e lo sport.
Duro, ma anche molto umile, così Radja in un’intervista qualche tempo fa: «Qualcosina fuori dal campo l’ho sbagliata. So di essere in difetto nelle responsabilità della vita privata, ma è il mio carattere. Nel lavoro, però, non c’è una volta in cui non abbia dato il massimo. Questo non me lo rinfacceranno mai».
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