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La comunità curda in Sardegna: “Non abbandonateci”. Domani a Cagliari manifestazione di solidarietà

“Non abbandonateci“: questo l’accorato appello lanciato all’Unione Europea e alla Nato da Ruken Filiz, una donna che fa parte della piccola comunità curda presente in Sardegna. Vive e lavora nell’Isola da sedici anni, da quando ha lasciato la Turchia insieme alla propria famiglia. L’aggressione turca nelle zone liberate della Siria del Nord continua, nonostante formalmente il presidente Erdogan abbia dichiarato che l’avanzata del suo esercito si fosse fermata.

Dalla sera del 9 ottobre con l’inizio dei bombardamenti sui villaggi del confine, la Turchia con il pretesto di porre in “sicurezza” le proprie frontiere, porta avanti l’invasione nel territorio curdo-siriano. “Erdogan dice che vuole creare un ‘corridoio di pace’ – afferma Ruken – ma questo è completamente falso. Vorrebbe operare una sostituzione etnica, come successo nel 2018 nel distretto di Afrin con migliaia di curdi uccisi o fuggiti per essere sostituiti da milizie ribelli filo-turche”. Nonostante la lontananza, Ruken segue con preoccupazione le vicende del proprio popolo, attraverso canali tv satellitari come Medya Haber.

“Ogni giorno il numero delle vittime e degli sfollati aumenta – spiega Ruken – con persone giustiziate senza motivo e tante famiglie scacciate dalle proprie abitazioni. Non mi spiego come l’Unione Europea e la Nato non sia determinata e decisa nel fermare questo genocidio”. Una situazione drammatica quanto accade nel Rojava, dove il popolo curdo e le minoranze presenti nella zona hanno dato vita ad un’autonomia democratica. Questa si è creata dopo che la popolazione ha sconfitto l’Isis, pagando a caro prezzo la guerra con la vita di oltre undicimila combattenti curdi. “Ci sentiamo traditi da Trump – dice Ruken – con il ribaltamento della politica estera statunitense. Sono state stracciate le promesse di protezione al nostro popolo, e una volta ritirato l’esercito americano c’è stata l’aggressione da parte della Turchia”. Ruken denuncia le motivazioni dell’azione di Erdogan: “Il presidente turco non ha mai fatto niente per contrastare l’Isis. La sua è una ritorsione nei confronti dei curdi e delle minoranze che si sono battute contro lo Stato islamico. Inoltre la democrazia raggiunta nel Rojava rappresenta una luce per il nostro popolo ed Erdogan la vuole spegnere. La parità concessa alle donne nella zona fa paura”.

L’invasione turca della Siria del Nord oltre ad essere una catastrofe per le popolazioni della zona sta innescando reazioni dagli esiti imprevedibili. Un pericolo per l’intero Occidente è già rappresentato dalla fuga dei miliziani dell’Isis dalle carceri in cui erano stati rinchiusi dalle Fds (forze democratiche siriane).

A Cagliari domani è previsto un evento per manifestare la solidarietà dell’Isola in favore del popolo curdo e delle minoranze presenti nella Rojava.

La Rete Kurdistan Sardegna ha organizzato un corteo che partirà alle ore 15.30 da Piazza Garibaldi per porre l’attenzione sulla brutale aggressione di Erdogan nella Siria del Nord.

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