Rossella Duville, nota dj nonché titolare delle giostre Musik Express che in questi giorni erano installate a Decimomannu in occasione della festa di Santa Greca, ha pubblicato sul suo profilo social un post molto importante che potrebbe far tornare il sorriso a un bimbo e alla sua famiglia.

Il bimbo in questione, durante un giro sulla giostra musicale, ha smarrito un costosissimo apparecchio per l’udito che lo aiuta a comunicare. L’apparecchio, che ha un costo di diverse migliaia di euro, è stato ritrovato proprio da Rossella Duville che chiede di condividere il suo appello per ritrovare la famiglia del piccolo e restituirglielo.

«Sabato 28 settembre alla festa di Santa Greca, al luna Park, sul Musik Express – scrive la dj – un bambino ha smarrito un apparecchio per l’udito. Essendoci molta confusione non è stato possibile prendere il contatto del padre, che ci aveva detto sarebbe ripassato, l’apparecchio è stato ritrovato stamattina, vorrei farglielo riavere al più presto. Chiedo quindi la massima condivisione del post».

C’è una Sardegna che resiste al tempo, che non dimentica le proprie radici e continua a custodire saperi antichi con la stessa cura di un tesoro. È questa la Sardegna raccontata dal giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, che ha condiviso la sua esperienza in un’azienda agricola con agriturismo nel cuore del Sulcis: Sogno Sulcitano.

Qui, a conquistare subito l’attenzione, è Nerina, ultrasettantenne instancabile che ogni giorno, dall’alba al tramonto, lavora con dedizione in un forno che ha 250 anni di storia. Con mani esperte e gesti tramandati da generazioni, impasta grani antichi coltivati direttamente dall’azienda per dare vita a pane fragrante, fregula – “la migliore mai assaggiata fino ad ora”, scrive Ranucci – fettuccine e dolci che non sono semplici ricette, ma vere opere d’arte capaci di racchiudere sapori perduti.

Nerina non ha mai preso un aereo. Ha scelto di restare saldamente ancorata al suo mondo, fatto di forno caldo, terra e tradizioni. Una vita semplice e straordinaria, nella quale però non manca la passione per la lettura, che coltiva con la stessa intensità della sua arte in cucina.

Il racconto di Ranucci è un omaggio a quella Sardegna che non cede all’omologazione, ma continua a custodire le proprie radici, trasformandole in un’esperienza sensoriale unica, da assaporare e da tramandare.