La chiusura era stata annunciata all’inizio dell’anno, ma in questi mesi si è sperato che la delibera n. 1337 del 31 dicembre 2018 dell’amministrazione comunale di Quartu Sant’Elena che imponeva la chiusura del canile “La tana di Bau” venisse rivista, valutata diversamente.

E oggi, 24 settembre, Elena Pisu e tutti i volontari dovranno lasciare la struttura e salutare i loro piccoli amici a quattro zampe.

Nel corso dei sei anni in cui è stato operativo il canile ha accolto tantissimi cani arrivati da situazioni di dolore, spesso estreme. Tanti i volontari che si sono adoperati per dare loro assistenza, coccole e le attenzioni che meritavano. Elena nella struttura era riuscita a ricavare anche uno spazio per i gatti raccolti per strada, che, ora, non si sa dove andranno.

Lo scorso anno il rifugio ha contato 81 ingressi, 85 adozioni e 10 posti liberi. E in questi giorni, vista la situazione, le adozioni sono pure aumentate: sono tante le persone che si sono presentate davanti al cancello di via Marconi con la volontà di portare a casa e accudire un cagnolino.

Un provvedimento quello dell’amministrazione comunale di Quartu che ha scosso l’opinione pubblica che si chiede come mai questa decisione irrevocabile a danno degli animali.

Anche l’Onorevole pentastellata Emanuela Corda è intervenuta sulla questione, sulla sua pagina Facebook ha fatto sapere di aver interpellato i ministeri dell’Interno e della Salute e chiesto una verifica sulla procedura di assegnazione del bando, e ha chiesto che si vigilasse soprattutto sullo stato di benessere degli animali che presumibilmente verranno trasferiti in un luogo già sovraffollato.

Con i suoi vivaci colori rossi e neri che ricordano disegni tribali africani, la cimicetta rosso-nera è uno degli insetti più facilmente riconoscibili in natura. Presente in quasi tutta Europa, Nord Africa e Asia, questa piccola cimice sta conquistando anche il continente americano, dove si sta rapidamente diffondendo, in particolare in Centro e Nord America, raggiungendo densità molto elevate.

L’adulto misura tra gli 8 e i 12 millimetri e ha un aspetto inconfondibile: la colorazione brillante e i disegni geometrici fungono probabilmente da segnale di avvertimento per i predatori. Le sue ali, ridotte e non funzionali al volo, la rendono un insetto esclusivamente terrestre, spesso visibile in gruppi numerosi sul terreno o sulle piante.

Il suo habitat è estremamente vario: la si può trovare in prati, giardini, boschi e persino nei centri abitati, dove si rifugia in inverno sotto vasi, cortecce e pietre, entrando in una sorta di letargo per superare i mesi freddi. È una specie onnivora, che si nutre principalmente della linfa di piante come querce, oleandri, ibisco e noccioli, ma non disdegna fiori, frutti e semi freschi. Curiosamente, può anche nutrirsi dell’emolinfa di altri insetti, vivi o morti, inclusi esemplari della propria specie.

Nonostante il suo aspetto vistoso e la diffusione massiccia, non è considerata dannosa per le piante, rendendola un ospite tollerato nei giardini. Il suo ciclo vitale dura uno o due anni, con una sola generazione all’anno: in primavera depone le uova sotto pietre o nel terreno, da cui in due o tre mesi si sviluppano le neanidi, che crescono fino a diventare ninfe e infine adulti pronti a riprodursi.