“Ridateci i nostri bambini”: genitori privati dei propri figli scendono in piazza a Cagliari

«Se la famiglia è un diritto del minore, perché non ci sono veri e propri sforzi perché eventuali condizioni precarie siano risolte? - si chiedono i genitori che manifesteranno a Cagliari -. E perché, nonostante la legge preveda di dare sostegno alla famiglia, vengono portati via i bambini? Chi decide di adottare queste misure si chiede a quale dolore sia sottoposto il minore che viene allontanato dai suoi genitori? Queste sono le interrogazioni che si vorrebbe si facessero coloro che hanno il compito di legiferare a tutela dei minori e delle famiglie».
Dopo appena due settimane dall’ultima iniziativa, i genitori cagliaritani a cui sono stati sottratti i figli dal sistema di affido, si riuniscono ancora per manifestare il proprio dolore, angoscia e sofferenza, per quei figli che hanno messo al mondo e che ritengono gli siano stati sottratti ingiustamente da un sistema che forse con troppa leggerezza strappa i bambini alle famiglie.
Si riuniranno nella mattinata di venerdì 20 settembre dalle 10 alle 13 nella centralissima via Roma, a Cagliari, nel porticato del palazzo del Consiglio Regionale. Il luogo della manifestazione è stato scelto di proposito nella speranza che la sensibilità delle persone che hanno rilievo in ambito regionale possano venire a contatto con le storie di queste persone, costrette a stare lontani dai propri figli da «un sistema che basa la scelta di strappare i bambini alle famiglie più per un parere di un assistente sociale, psichiatra o psicologo, che a causa di situazioni di indigenza in cui la famiglia imperversa, tali da giustificare l’allontanamento dei bambini, o per violenze documentate» per usare le loro parole. Le loro relazioni parlano di perdita della “genitorialità”, ma non esiste a detta di questi genitori, una definizione omogeneamente e scientificamente riconosciuta di che cosa questa sia.
«L’ingiustizia – ritengono i genitori privati dei propri figli – è sentita fin dalla lettura dei primi articoli della legge che regola questo sistema, la 149 del 2001. Nel primo articolo infatti si legge quanto segue:
1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia.
2. Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto».
«Se la famiglia è un diritto del minore, perché non ci sono veri e propri sforzi perché eventuali condizioni precarie siano risolte? – si chiedono i genitori che manifesteranno a Cagliari -. E perché, nonostante la legge preveda di dare sostegno alla famiglia, vengono portati via i bambini? Chi decide di adottare queste misure si chiede a quale dolore sia sottoposto il minore che viene allontanato dai suoi genitori? Queste sono le interrogazioni che si vorrebbe si facessero coloro che hanno il compito di legiferare a tutela dei minori e delle famiglie».
«Il fatto che da riformare sia un sistema intero – spiegano – è palesato anche dalla quantità di iniziative di questo genere che stanno avvenendo in tutta Italia e questo avverrà anche nella giornata del 20 settembre in cui, in contemporanea, manifestazioni di protesta saranno condotte anche a Milano, Bologna, Roma, Taranto e Messina». A dare supporto ai genitori saranno presenti anche le associazioni FLAGe (Figli Liberi dalla Alienazione Genitoriale) e CCDU (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), entrambe unite dallo scopo di ottenere che i minori, come sempre è stato, possano vivere la propria infanzia e l’adolescenza, con entrambe le figure che li hanno messi al mondo: il padre e la madre.
«Se c’è una parte senza colpa nella nostra società, quella è la parte dei minori – rimarcano i genitori che daranno vita al sit in -. Le sofferenze a cui sono costretti non derivano mai dalle loro scelte, ma da quelle degli adulti. La prevenzione di queste sofferenze, la tutela dei loro diritti, l’aiuto alla famiglia affinché possa crescere dignitosamente il proprio figlio, sono un compito che i nostri amministratori possono prendersi. Tra loro ci sono padri, madri e tutti noi siamo stati figli e le soluzioni per migliorare il sistema di affidamento dei minori può e deve essere trovata».

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