La storia: Patrizia e la forza di risalire. Dopo la scomparsa dell’amato compagno Eros, il percorso di elaborazione del lutto. E oggi torna a sorridere

La storia: Tre anni duri e dolorosi hanno segnato la vita di Patrizia, vissuta tra disperazione e tenacia, immersa tra ricordi e la paura di un futuro che non accetta la mancanza del suo grande amore. Ma grazie a un percorso di elaborazione del lutto, oggi Patrizia riesce a raccontarsi e a sorridere di nuovo
Articolo di Laila Di Naro.
31 luglio 2016, maledetta data. Alle ore 3.11 il cuore di Eros smette di battere. Improvvisamente e prematuramente. Patrizia Comunale, fidanzata e convivente dell’ingegnere, sta al suo fianco fino all’ultimo respiro. Il destino è crudele e tagliente, un malore fatale se l’è portato via. “Il ricordo è vivo e molto doloroso”, spiega la fidanzata a tre anni dalla scomparsa di Eros. Patrizia, organizzatrice di eventi e donna di DONNE, trasmissione dell’emittente sarda Sardegna 1, ha attraversato mille difficoltà, ma la sua forza è l’amore incondizionato che prova ancora oggi per lui. Un amore puro e leale e Patrizia scrive su FB: “Se è vero che ci rincontreremo spero tanto che ciò avvenga presto, grazie a te sono diventata una persona migliore”. Ma Patrizia non ha bisogno di essere migliore perché è già speciale. Tre anni duri e dolorosi hanno segnato la sua vita, vissuta tra disperazione e tenacia, immersa tra ricordi e la paura di un futuro che non accetta la mancanza del suo grande amore. Patrizia mantiene vivo il ricordo di Eros costantemente sui social postando fantastiche foto con strazianti didascalie che ripercorrono la loro splendida storia. E grazie a un percorso di elaborazione del lutto, oggi, Patrizia riesce a raccontarsi e a sorridere nuovamente.
Patrizia torniamo a quel giorno maledetto. So che ti potrebbe far male e ti chiedo scusa, ma cosa ricordi?
“Dopo una serata tra amici siamo rientrati a casa, il bacio della buonanotte e da lì il buio. Il cuore di Eros ha smesso di battere e contemporaneamente il mio cervello si è bloccato perché da quel momento io non avevo più memoria. Come se avessi avuto un corto circuito”.
Come sei andata avanti?
“Per quasi un anno alternavo attacchi di panico a notti insonni perché l’arrivo dell’imbrunire per me era un rivivere quel momento. Preferivo stare sveglia”.
Ti ha aiutato qualcuno?
“Sicuramente l’affetto di tutti gli amici che ho ereditato da Eros, dalle mie amiche storiche, e la presenza quotidiana dei miei genitori. Ma non era sufficiente. Non vorrei sembrare ingrata, avevo capito però di aver bisogno di un aiuto psicologico competente. Ho scoperto l’esistenza dell’associazione Giornoxgiorno e ho iniziato a frequentare una terapia di gruppo per elaborazione del lutto”.
Ti è servito?
“Assolutamente sì. Nel gruppo ho trovato tante persone diverse con un unico denominatore comune: il dolore per la perdita di una persona cara. Ad ogni incontro scoprivo le storie strazianti di altri e grazie a loro e alla psicologa e psicoterapeuta Silvia Ippolito e alla presidente dell’associazione Renata Agliata ad oggi ho gli strumenti per affrontare il mio lutto“.
Sei risalita con dignità e coraggio. Nel tuo futuro potresti innamorarti nuovamente?
“Assolutamente no. Vivo giorno per giorno, ma ho una certezza che è quella di tendere la mano a chi ha bisogno. Questo me l’ha insegnato Eros perché era impegnato nel sociale, era un volontario della Misericordia di Cagliari e io sto cercando di dare continuità alle sue passioni, organizzando anche eventi di beneficenza. Esattamente come avrebbe fatto Eros”.
Come vuoi chiudere questa chiacchierata?
“Ho capito in questi tre anni che ci sono poche cattive persone, ma tante buone. In ogni caso il migliore rimarrà sempre il mio Eros“.
Approfitto, conclude Patrizia Comunale, per invitare tutti al convegno PERCORSI DI ELABORAZIONI DEL LUTTO, venerdì 27 settembre all’Holiday Inn, alle ore 9. La partecipazione è gratuita, basta compilare la scheda nel sito www.giornoxgiorno.org. “Laila l’invito è esteso anche a te, a noi ci ha legato il dolore che portiamo nel cuore”. “Patrizia ti prometto che verrò (nda)”.

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