Occhi di ghiaccio. Capelli lunghi nero corvino. Eleganza e portamento per 1,76 m di altezza. È lei, Iris Mulas di Assemini la vincitrice della XXXI edizione di “Una Ragazza per il Cinema”, l’esclusivo concorso nazionale di bellezza e talento organizzato da ben 31 anni da Antonio Lo Presti e Daniela Eramo.

Nello splendido scenario del Teatro Antico di Taormina, tra le 101 ragazze provenienti da tutta Italia la giuria ha scelto lei, la giovane sarda che studia al liceo linguistico di Cagliari e sogna di diventare un’attrice. È la prima ragazza sarda ad indossare la fascia, prima di lei solo Valeria Marini salì sul podio conquistando il terzo posto. Sono tante le figure conosciute che, proprio grazie al concorso, hanno conquistato la ribalta: le attrici Daniela Formica e Tiziana Lodato, show girl del calibro di Nancy Gorgone, la valletta Sabrina Messina e tante altre. Iris fa parte dell’agenzia Fashion Squad di Francesco Locci e già lo scorso anno aveva partecipato al concorso conquistando il secondo posto che le ha regalato una borsa di studio per studiare il mondo del cinema 360° nell’accademia di Ricky Tognazzi e Simona Izzo a Roma.

Per lei adesso inizia un anno ricco di nuove opportunità, un’altra borsa di studio che le permetterà di approfondire gli studio con attori del calibro di Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Gabriele Muccino e tanti altri: “L’anno scorso avevo già fatto qualcosa, – racconta Iris ancora emozionata – ma non così grande come quello che ho vinto quest’anno. Bisogna restare con i piedi per terra e pensare che ora arrivano i veri sacrifici, questo è solo un trampolino di lancio e va saputo usare. È ora di dare il 100 % di me stessa, dimostrare chi sono e cosa so fare. Adesso mi si apriranno diverse porte. Adesso inizia la vera competizione”. Prima di quattro fratelli, una famiglia e un fidanzato che la sostengono in tutte le sue scelte, Iris è argento vivo, forza e determinazione camminano con lei.

Cos’hai provato quando hai sentito pronunciare il tuo nome? 

“Un’emozione fortissima e non è scontato dirlo, non sono riuscita a focalizzarmi su un unico pensiero. Per me già essere su quel palco, in un teatro antico come quello di Taormina è stata una grandissima fortuna. Su 100 ragazze provenienti da tutta Italia hanno scelto me e non solo per l’aspetto estetico, beh io mi sono sentita una vera propria principessa. Quando mi hanno messo la corona mi sembrava di vivere in una fiaba. Ho fatto tanti sacrifici, non ho dormito la notte perché i casting finivano tardissimo e sveglia, al contrario, era abbastanza presto: non è stata proprio una vacanza!”

 Studentessa. Ballerina. Modella e ora anche anche Miss. Come riesci a far conciliare tutto? 

“Se vuoi raggiungere un obiettivo la fatica passa in secondo piano. Certo l’anno scorso non è stato semplice far conciliare la scuola con l’accademia a Roma, ma con un po’ di organizzazione ho fatto tutto. Prima le interrogazioni a scuola, poi volavo a Roma per una settimana: ho fatto tante assenze! La sera avevo la scuola di ballo e anche la palestra, perché a me piace mangiare e quindi devo tenermi in forma. Il mese più tosto è stato maggio: interrogazioni, saggi e provini, praticamente non dormivo. Adesso quest’anno sarà più impegnativo, ma ho già fatto il rodaggio”.

Per inseguire il tuo sogno dovrai lasciare la tua terra, ti spaventa questo? 

“Ho sempre avuto le idee chiare da piccola, e come se durante gli anni mi sia preparata piano piano all’idea di lasciare la Sardegna. Certo mi dispiacerà lasciare i miei affetti, ma sono preparata. Anche la scelta del liceo linguistica non è stata casuale. Mi piace viaggiare e spero che il mio lavoro mi porti a viaggiare tanto ed è per questo che voglio approfondire lo studio delle lingue, non vorrei mai trovarmi scaraventata dall’altra parte del mondo e non capire niente”.

Chi è Iris? 

“È una ragazza solare determinata e a tratti insicura, ma quella giusta insicurezza che non le fa commettere passi falsi. È una ragazza che non si arrende davanti a niente e come dice Simba nel Re Leone: “Io rido in faccia al pericolo”.  Una ragazza che ha studiato, che studia, che studierà perché sa che senza la testa non vai da nessuna parte”.

Qual è la tua paura più grande? 

“Sto cercando di far girare la mia vita intorno a questo mondo e io l’unica mia paura è di fallire, di non riuscire a coronare il mio sogno. È come se si spezzasse tutto ciò che mi sono creata fin da bambina e credo che i sogni dei bambini non vadano mai infranti”.

Determinata, sicura, semplice, Iris oggi sta vivendo un sogno e guarda ai grandi con Jhonny Depp e Angelina Jolie, sa chi è e ha le idee chiare di chi vuole diventare: “Se avete un sogno coltivatelo sempre, nulla è impossibile. Inseguitelo con tutte le vostre forze e i giusti sacrifici, perché non si può pensare di passare tutta la vita con i rimpianti”, è il messaggio che la nuova miss vuole mandare alle ragazze della sua età.

Articolo di Francesca Melis Boi 

Un anno fa, il 14 settembre, la vita di Gioele Putzu, bambino di 9 anni originario di Olbia con radici ozieresi, si spegneva tragicamente in un campo sportivo di San Nicola, frazione di Ozieri, in provincia di Sassari. Una porta da calcio mobile, pesante circa 100 chili, lo travolse mentre giocava spensierato con due amici.

Nonostante i disperati tentativi di rianimazione dei soccorritori, per oltre un’ora, il piccolo morì sotto gli occhi dei suoi genitori, lasciando una comunità sconvolta e immersa in un dolore profondo. Quel pomeriggio Gioele era con due coetanei nel campo, i cancelli erano aperti per permettere loro di far volare un aquilone, ma in un attimo la spensieratezza si trasformò in dramma: urtando la porta da calcetto, questa cedette e gli cadde addosso.

Gli amici chiamarono subito aiuto e sul posto arrivarono forze dell’ordine, 118 e vigili del fuoco, ma la corsa contro il tempo si rivelò vana. La tragedia, già devastante di per sé, fu seguita da accese polemiche, perché quella stessa sera, a poche centinaia di metri dal campo, si tenne il concerto di Fedez in occasione dei festeggiamenti per la Beata Vergine del Rimedio.

Il cantante chiese un minuto di silenzio prima di salire sul palco, ma per il padre di Gioele quel gesto non fu sufficiente e le parole dell’artista sui social alimentarono ulteriormente le tensioni, mentre lo zio del bambino invitò tutti a fermare le polemiche chiedendo rispetto e silenzio per il dolore della famiglia.

Nei mesi successivi, però, non sono mancati i momenti dedicati al ricordo del piccolo: la comunità della Scuola Primaria di San Simplicio a Olbia, poco tempo dopo la tragedia, si è riunita in una cerimonia speciale che ha intrecciato il ricordo di Gioele con la celebrazione della Giornata nazionale degli alberi.

Nel cortile dell’istituto è stato piantato un giovane leccio, simbolo di vita che si rinnova e di memoria che perdura nel tempo, un gesto semplice ma dal profondo significato, che vuole rappresentare il legame indissolubile tra la natura e il ricordo di Gioele. A un anno di distanza Ozieri e Olbia continuano a ricordarlo con la stessa intensità di quel giorno terribile, trasformando il lutto in memoria e rinnovando il desiderio che simili tragedie non accadano mai più.