C’è una svolta importante sul caso della morte di Mattia Ennas, il 20enne di Quartu morto il 25 agosto scorso dopo essere precipitato da un palazzo di via Binaghi, quartiere di Mulinu Becciu a Cagliari.

I pm hanno deciso di riaprire il fascicolo di indagini a fronte di nuovi elementi che potrebbero far luce sulla dinamica che ha portato alla morte del giovane. 

La riapertura del caso è avvenuta a seguito di alcuni nodi da chiarire. C’è la denuncia dei genitori del ragazzo che avevano segnalato la scomparsa del cellulare e dei documenti di Mattia e diverse testimonianze raccolte sempre dai genitori e dall’avvocato della famiglia, Gianfranco Piscitelli.

L’ipotesi con la quale procedono gli inquirenti è di morte in conseguenza di altri reati e di furto. Non ci sono indagati, per il momento. Mattia, prima della morte, è stato visto l’ultima volta sabato 25 agosto in una serata in un locale del Poetto di Quartu e poco dopo il furto del cellulare mentre piangeva in viale Poetto.

Un’area demaniale marittima di circa 700 metri quadrati, situata in una zona di particolare pregio ambientale del litorale cagliaritano, era stata trasformata in una discarica abusiva. A scoprirla sono stati i militari della Guardia Costiera di Cagliari nell’ambito delle attività di controllo finalizzate alla tutela dell’ambiente e della legalità sul demanio marittimo.

All’interno dell’area sono stati rinvenuti rifiuti di vario genere, abbandonati in modo incontrollato e in violazione delle normative ambientali. Le successive indagini condotte dalla Guardia Costiera hanno permesso di risalire ai presunti responsabili: due soggetti, titolari di una società, ritenuti coinvolti nella gestione illecita dell’area.

I due sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per i reati di occupazione abusiva di area demaniale marittima e di abbandono incontrollato di rifiuti. Contestualmente, è stato imposto loro l’obbligo immediato di procedere alla rimozione dei materiali presenti, previa catalogazione dei rifiuti da parte del personale dell’ARPAS, passaggio necessario per garantire il corretto ripristino dello stato dei luoghi.

L’operazione rientra in un più ampio programma di vigilanza e controllo portato avanti dalla Guardia Costiera di Cagliari, volto alla salvaguardia dell’ambiente marino e costiero e alla difesa di aree di grande valore naturalistico, spesso minacciate da comportamenti illeciti che compromettono il territorio e l’ecosistema.