Una folla di persone ha gremito la chiesa Santa Maria degli Angeli a Flumini, dove è stato celebrato nella serata il funerale di Matteo Fabbrocile, la giovanissima vittima investita da un’auto sabato scorso in via “S’Ecca S’Arrideli della stessa frazione quartese.

Prostrati dal dolore i familiari e gli amici, ma anche tanti compaesani colpiti dalla tragica morte di Matteo travolto da un’auto guidata da una cinquantenne , mentre attraversava la strada priva di segnaletica e marciapiedi.

Molte persone non hanno trovato spazio all’interno della parrocchia e hanno atteso il feretro del giovane nel piazzale antistante in rispettoso silenzio.  Tra i presenti anche il sindaco di Quartu S. Elena Stefano Delunas, in piedi nei pressi del portone della Chiesa.

Alla fine della messa, un lungo applauso della folla ha salutato il passaggio della bara bianca nel sagrato, mentre tanti compagni di classe e giovani amici lasciavano volare nel cielo una moltitudine di palloncini bianchi e azzurri. Presente qualche cartellone sempre realizzato da ragazzi per ricordare Matteo e un lenzuolo bianco nel quale campeggiava la frase: «Sei la stella che guarderemo nel cielo pensando a te».

Roberto Anedda

Nel territorio di Ardauli sono presenti almeno 30 ipogei funerari neolitici del tipo a “domus de janas” isolati o raggruppati in piccole necropoli. Fra di essi il più importante è senz’altro quello di Mandras. Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti.

Foto I Custodi della Memoria

Questa tomba è molto nota per gli elementi architettonici dipinti in ocra rossa (ossido di ferro) che ornano i soffitti e le pareti dell’anticella e della cella principale. La domus è formata da un piccolo ipogeo composto da atrio, anticella, cella principale e celletta laterale, nel quale almeno tre ambienti sono decorati da pitture rosse rappresentanti la struttura della casa.

Foto I Custodi della Memoria

Nell’autunno del 2020 si è svolto il primo intervento di restauro della tomba dipinta, che è stato rivolto prevalentemente alla rimozione delle radici infiltratesi nel banco roccioso e alla sigillatura delle fessure; inoltre è stato eseguito un trattamento conservativo preliminare delle pitture dell’anticella e della cella.