Si trova a Venezia in questo momento e stasera ci sarà la premiazione ufficiale che verrà trasmessa dalle reti Rai. Intanto però il verdetto è stato appena comunicato: Matteo Porru giovanissima promessa, al suo terzo romanzo, ha vinto il prestigioso Premio Campiello Giovani col racconto “Talismani”.

«Il successo è una cosa meravigliosa, ma non ho ancore ben realizzato» ha dichiarato a caldo Matteo, appena appresa la notizia. Il giovane, che studia al Liceo Classico Dettori di Cagliari
vanta già numerose partecipazioni a trasmissioni televisive importanti e diversi primati, vista la giovane età, 16 anni a cui ha esordito

I suoi tre romandi, “The Mission”, “Quando sarai grande” e “Madre Ombra” sono stati presentati nelle più importanti fiere del libro, come quella di Torino e quella di Francoforte. Ora il giovane scrittore si godrà la sonutosa e emozionante cerimonia di premiazione al teatro La Fenice di Venezia.

Un’atmosfera intima e vibrante ha avvolto ieri il Conservatorio di Cagliari durante il concerto di Patty Pravo, icona intramontabile della musica italiana, che ha scelto il capoluogo sardo come tappa del suo tour. Ma prima ancora che le luci si abbassassero e la voce inconfondibile di Nicoletta Strambelli riempisse la sala, un messaggio è stato diffuso al pubblico: niente telefoni, niente foto o video durante lo spettacolo.

Patty Pravo a Cagliari, foto condivisa dalla cantante

Un appello semplice, ma potente. Un invito a scollegarsi dai dispositivi per connettersi davvero con la musica, con l’artista, con l’emozione del momento. E Patty Pravo, che da sempre ama il contatto diretto con il suo pubblico, ha scelto di unirsi a quella sempre più ampia schiera di artisti che chiedono rispetto per il presente, per il tempo condiviso, per lo spazio sacro del live.

Il gesto, ormai sempre più diffuso, riaccende una riflessione necessaria: i telefoni durante i concerti sono diventati una distrazione costante, per chi guarda ma anche per chi ascolta. Trovarsi davanti qualcuno che filma per interi minuti, con lo schermo sollevato sopra la testa, spezza la magia e impone agli altri spettatori un filtro digitale tra sé e la scena.

Eppure, nonostante il fastidio diffuso, non riusciamo a farne a meno. È il riflesso di un’epoca in cui l’esperienza non sembra esistere davvero se non è documentata. Ma cosa perdiamo nel frattempo? Forse proprio l’essenza dell’evento: la musica, la voce, le emozioni in presa diretta.

Quella di Patty Pravo, dunque, non è una semplice richiesta tecnica, ma un atto d’amore per la musica e per il pubblico: “Godetevi l’attimo”, sembra dire, “perché è unico e irripetibile”. Un invito prezioso, soprattutto in tempi in cui la memoria viene affidata più allo storage del telefono che al cuore.