US Open: Berrettini nella storia. Il giovane tennista si qualifica per le semifinali. Ora dovrà vedersela con Nadal

Berrettini trionfa contro Monfils: dopo 4 ore di battaglia il giovane tennista entra nella storia. Erano 40 anni che un italiano non accedeva alle semifinali degli US Open. Per lui un risultato storico
Per Matteo Berrettini un risultato storico: il tennista italiano conquista la semifinale agli US Open dopo una battaglia di 4 ore e 5 set contro Gael Monfils, vinta in un drammatico tie-break. L’inizio del match, con quel 6-3 preso in poco tempo, ha ricordato a molti l’avvio della batosta di Wimbledon contro Federer: “Avevo mille pensieri in testa: dove gioco, dove servo, lui che movimenti fa – ha detto -. Allora ho chiesto aiuto al mio istinto e da lì tutto è cambiato. Poi mi sono anche ricordato che quando metto peso sulla palla l’avversario lo sente. Il risultato è stato straordinario”.
Berrettini sfiderà venerdì Rafa Nadal per un posto in finale. Un’impresa titanica aspetta l’azzurro, che non ha mai incrociato il fenomeno maiorchino. Matteo però non vuole certo interrompere la sua favola: “Sono veramente soddisfatto ma non mi posso fermare, non è concepibile come idea – ha spiegato a SuperTennis -. Sono molto ambizioso, sto già pensando al match di venerdì. Mi sento molto felice, vedo le persone attorno a me che sorridono, che sono fiere, che tutto il lavoro che stiamo facendo sta dando i suoi frutti, che le persone dall’Italia mi seguono fino alle 2 di mattina, mi scrivono, mi chiamano. Questa è la cosa bella, godere delle emozioni con gli altri”.
Tra un messaggio di Flavia Pennetta e tanti complimenti, Berrettini è in semifinale a New York alla sua seconda partecipazione e dopo aver vinto qui i primi match in uno Slam sul cemento: “Quando meno te l’aspetti succede – ha detto -. Arrivavo qua in condizioni fisiche e di fiducia non ottimali. Mi sono detto di andare avanti come ho sempre fatto e adesso sto vivendo questo sogno e non voglio fermarmi”.

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Una roccia di un verde incredibile che si trova, sempre più rara, in Sardegna: sapete di cosa si tratta e dove trovarla?

Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane. Ma di cosa stiamo parlando?
Immaginate di trovarvi di fronte a una roccia che non è solo affascinante dal punto di vista “estetico”, ma che racconta anche la storia millenaria della nostra Terra. Questa pietra, che negli opifici sardi ha trovato la sua massima espressione, sfoggia colori che spaziano dal rosso mattone al verde intenso, passando per sfumature giallastre e, in alcuni casi, perfino nere. Parliamo di una roccia sedimentaria mono-mineralogica, composta quasi interamente da quarzo e arricchita da impurità di ferro che le conferiscono queste tonalità così vivaci. Un vero e proprio tesoro naturale, tanto ricercato da essere considerato una pietra semi-preziosa perfetta per essere lavorata in botteghe artigiane.
E sapete di quale roccia stiamo parlando? Del celebre diaspro verde, una gemma tipica del Monte Arci, un’area che da secoli affascina per la sua ricchezza geologica. Il diaspro si mostra in tutta la sua varietà cromatica, dal rosso al verde, ma non è raro trovarlo in tonalità più inusuali, come il giallo e il nero.
Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti di questa roccia e della sua affascinante formazione, dovete assolutamente fare tappa al GeoMuseo MonteArci Stefano Incani. Qui, la storia del diaspro prende vita attraverso racconti di mari scomparsi e spettacolari eruzioni vulcaniche sottomarine. Questo museo, un unicum in Sardegna, racconta la geologia dell’isola e in particolare quella della Marmilla, una zona che custodisce rocce risalenti a ben 24 milioni di anni fa. La passione di Vincenzo Incani ha dato vita a una collezione straordinaria, che comprende fossili di animali marini antichissimi, diorami che riproducono l’attività del vulcano e, naturalmente, una varietà di minerali, tra cui i celeberrimi diaspri, che si sono formati durante le eruzioni del “vecchio vulcano” del Monte Arci. E per chi cerca un’esperienza ancora più straordinaria, non mancate la “sala flù”, dove minerali dai colori fluorescenti vi lasceranno senza parole.

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