Faceva l’animatore nonostante fosse un dipendente pubblico: nei guai un cagliaritano

L'uomo, dipendente pubblico con qualifica di assistente amministrativo, per qualche anno aveva lavorato come animatore nonostante non avesse l'autorizzazione da parte dell'ente pubblico per cui lavorava. Una violazione contrattuale che ora lo costringerà a dover restituire oltre 42mila euro percepiti in nero.
Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cagliari, a seguito di attivazione da parte del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza, hanno riscontrato, a carico di un dipendente statale, violazioni alla disciplina nazionale concernente lo svolgimento dell’attività lavorativa “extra-istituzionale”.
La normativa in materia prevede, infatti, che i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni con rapporto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato non possano intrattenere altri rapporti di lavoro dipendente/autonomo o esercitare attività imprenditoriale. È permesso, tuttavia, svolgere incarichi retribuiti, conferiti da altri soggetti – pubblici o privati – solo se preliminarmente autorizzati dall’amministrazione di appartenenza, la quale fissa criteri oggettivi e predeterminati, in base ai quali rilasciare l’autorizzazione stessa.
Tali vincoli sono diretti ad evitare che i dipendenti pubblici svolgano attività che li impegnino/distolgano eccessivamente, facendo venir meno l’adempimento dei doveri d’ufficio, o attività effettuate in conflitto di interessi, pregiudicando l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite.
Nell’ambito di tale contesto normativo, le Fiamme Gialle hanno sviluppato la segnalazione e le informazioni elaborate dalla componente speciale del Corpo, effettuando mirati approfondimenti, nei confronti di un cagliaritano, dipendente pubblico, con la qualifica di assistente amministrativo.
Le indagini dei Finanzieri hanno consentito di appurare che il soggetto segnalato, dal 2014, ha effettuato prestazioni lavorative relative all’animazione turistica, percependo compensi, in assenza della prescritta autorizzazione, necessaria per lo svolgimento di attività extra-istituzionali.
Complessivamente, sono state accertate 2 collaborazioni, effettuate nei confronti di altrettante società, con sede nel continente.
Sono stati, pertanto, quantificati i compensi percepiti dal soggetto controllato, in virtù delle prestazioni lavorative rese “extra”, nella misura di oltre 42.000 euro, somma di denaro che, oltre a dover essere restituita all’Amministrazione di appartenenza, non essendo stata dichiarata ai fini fiscali, costituirà oggetto di conseguenti sviluppi.
Nei confronti delle due società che hanno conferito gli incarichi di lavoro, sono state contestate sanzioni amministrative pari a complessivi 10.000 euro.
La condotta del dipendente pubblico, ha fatto, infine, emergere profili di danno erariale, quantificabile nell’importo lordo percepito, a fronte di prestazioni rese nell’esercizio dell’attività di lavoro autonomo non autorizzata; circostanza questa che ha determinato l’inoltro di una segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Sardegna.

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