Erano delle piccole abitazioni costruite direttamente sulla sabbia della spiaggia, che servivano da ricovero per i pescatori e i loro attrezzi da lavoro. La loro origine è antichissima, infatti queste costruzioni per molti aspetti sono simili alle capanne che costituivano il villaggio intorno al nuraghe. D’altra parte nella Penisola del Sinis, l’uomo si è insediato prestissimo, fin dal neolitico, lo testimoniano le tombe ipogeiche del villaggio di Cuccuru is Arrius.

foto Amicomario

Sebbene la gente del posto le chiamasse “Is barraccas”, le capanne di falasco erano tutt’altro che baracche. Erano solide e interamente biodegradabili. La pianta rettangolare, la struttura retta da 4 grandi pali verticali che affondavano per un metro e mezzo nella sabbia, e altrettanti orizzontali, il tetto spiovente e le pareti realizzate con un intelaiatura di canne e giunco sulla quale si fissavano i fasci di falasco erano delle abitazioni sane e assolutamente ecologiche, perché non serviva malta né cemento né tanto meno eternit.

La scelta del falasco come materiale per rivestire le capanne non era dovuta solo al fatto che essendo una pianta palustre cresceva abbondante nella Penisola del Sinis, ma anche alle sue caratteristiche. Il falasco, “Su cuccùri”, in inverno, con la pioggia si dilatava chiudendo tutti gli spazi tra una fascio e l’altro impedendo alla pioggia di penetrare all’interno, mentre in estate essiccandosi si restringeva creando la circolazione dell’aria, in modo che quella calda andasse verso l’alto a la fresca rimanesse in basso.

Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 lungo la spiaggia ne furono ricostruite tante, forse troppe e i proprietari le utilizzavano come case per le vacanze, ma prive dei servizi igienici. Un po’ come è accaduto al Poetto con i casotti. Molte finirono incendiate, spesso dolosamente, le altre demolite per decisione dell’amministrazione comunale. Quelle ancora esistenti sono pochissime.

Sarebbe stato più giusto, salvarne un certo numero e renderle visitabili, perché rappresentano una testimonianza della vita dei pescatori, e la dimostrazione che l’uomo anticamente sapeva convivere con la natura, sfruttarla senza danneggiarla. Forse c’è ancora tempo per provare a ricreare un piccolo villaggio prima che i depositari delle tecniche di costruzione che conoscono tutti i segreti del falasco scompaiano anche loro.

“Un giorno la nostra acqua arriverà negli Stati Uniti, a New York”. È forse questo l’ultimo grande sogno espresso da Giovanni Maria Solinas prima di andarsene. I figli del fondatore di Smeraldina, l’acqua minerale naturale di Tempio Pausania, ci hanno messo meno di un anno a trasformare questo suo desiderio in realtà.

Il fondatore dell’azienda Giovanni Maria Solinas

“Sono partito nel 2005 a New York con tredici bottiglie d’acqua in valigia. Papà se n’era andato da pochi mesi – racconta Mauro Solinas accogliendoci nel suo ufficio -. Prenotai un tavolo in un ristorante italiano di Manhattan molto famoso, “Il Gattopardo”, mi sedetti a tavola e ordinai la cena. Il titolare capì subito che ero italiano. ‘Sei qui per cercare lavoro?’ mi chiese. Annuii, perché in qualche modo era vero. ‘Cosa sai fare?’ mi domandò. ‘So estrarre un bene prezioso come l’acqua’ gli risposi senza indugiare. Così ci sedemmo insieme e tirai fuori le bottiglie che avevo in valigia. Lui assaggiò Smeraldina e disse: ‘Quest’acqua è davvero buona. Nei primi mesi del 2006 Smeraldina era sulla tavola di uno dei ristoranti italiani più famosi della Grande Mela”.

Quella dello sbarco di Smeraldina negli Stati Uniti è una storia che mostra il coraggio e la visione di un’azienda considerata ormai a tutti gli effetti una delle eccellenze del Made in Sardinia. La qualità è certificata dai numerosi riconoscimenti ottenuti dall’acqua gallurese in questi ultimi anni. Nel 2019 Smeraldina è eletta miglior acqua al mondo al 29° Berkeley Springs International Water Tasting, il più importante concorso mondiale di acqua minerale. La medaglia d’oro viene confermata nel 2023.

Una strada lunga quasi 80 anni, iniziata a metà degli anni ‘50, quando Giovanni Maria Solinas e consorte iniziarono a realizzare bibite di vari gusti. La prima si chiamava “Plubium”, era una gazzosa. Dopo circa 30 anni, nel 1985, nasce l’azienda attuale, la ALB Spa, specializzata esclusivamente in acqua minerale. Un ritorno a una materia prima essenziale e fondamentale, l’acqua, che in questi luoghi sgorga con caratteristiche difficili da eguagliare altrove.

La sorgente si trova lontano da grandi città e fonti di inquinamento. L’aria è leggera, resa tersa e fresca da venti costanti. A trecento metri di profondità, nel cuore incontaminato di una montagna considerata sacra dagli antichi, Monti di Deu, il granito più puro e compatto del pianeta raccoglie l’acqua dal cielo, la filtra e la arricchisce con un lunghissimo processo naturale, conferendole proprietà eccezionali.

Detto che la qualità della materia prima è tutto merito della natura – come riconosce lo stesso Mauro Solinas – il merito di Smeraldina è di aver dato vita a un’azienda modernissima e sempre incline all’innovazione, un gruppo oggi che dà lavoro a circa 100 famiglie.

Una realtà capace di partire da un luogo isolato nella natura per arrivare in tutto il mondo: dopo l’America è stata la volta di Danimarca, Regno Unito, Belgio, Francia, Svezia, Giappone, Corea del Sud, Spagna e tanti altri paesi. Qualità naturali, ma anche eleganza: il “vestito” di Smeraldina prende le forme di una bottiglia di plastica colore verde acqua con una caratteristica sfaccettatura, di una linea in vetro “a rendere” pensata per i ristoranti e di un contenitore sostenibile in tetrapak di ultima generazione con capsula richiudibile.

Nel tappo della bottiglia in vetro una precisa dichiarazione della filosofia aziendale: “family business”, un’impresa di famiglia.

Ciò che sembrava impensabile per il suo fondatore, arrivare a New York da protagonisti, si è infine tramutato di recente in grande visibilità. Il nuovo bellissimo spot firmato dal giovane e talentuoso regista sardo Mauro Aragoni è stato trasmesso più volte nei maxi schermi di Times Square, la piazza commercialmente più ambita di tutto il mondo. Uno spot in cui la purezza dell’acqua minerale naturale di Monti di Deu racconta la storia di un’intera Isola. Un’Isola che anche grazie al coraggio e alla visione dei suoi imprenditori dimostra per l’ennesima volta di avere tanto da raccontare nel mondo.