Con l’estate la spiaggia in Sardegna diventa meta prediletta di tutti.

Luogo pubblico per definizione la spiaggia, per essere vissuta da tutti nel modo migliore, necessita ovviamente di poche semplici regole che se osservate non causano disagi ai diversi fruitori.

Ecco le regole dell’ordinanza balneare 2019 pubblicate dalla Regione Sardegna:

1. Accessibilità: la battigia deve restare sempre libera e accessibile a tutti, anche all’interno di stabilimenti balneari;
2. Non occupare mai i posti auto riservati alle persone con disabilità;
3. È possibile per gli stabilimenti balneari delimitare la propria area in concessione, ma lasciando sempre libera la fascia di 5 metri dalla battigia;
4. Al mare con i propri amici a quattro zampe è possibile: a qualsiasi ora nelle zone dedicate; prima delle 8 e dopo le 20 in tutte le spiagge;
5. Portare via dalla spiaggia sabbia, sassolini, conchiglie o qualsiasi altro elemento naturale è un reato;
6. Osservare sempre le indicazioni di Capitaneria e servizi di soccorso riguardo le condizioni del mare. Se sventola bandiera rossa significa che il bagno non si può fare;
7. Tieni il volume basso della musica o usa le cuffie;
8. Lo sport in spiaggia è consentito ma solo negli spazi dedicati e a 15 metri dalla battigia;
9. Abbi pazienza con i bambini che giocano. Lo siamo stati tutti;
10. Flora e fauna marina: guardare ma non toccare! Esempio: portare fuori dall’acqua stelle marine non è uno scherzo, sono animali che fuori dal loro habitat soffrono terribilmente.

La Sardegna è spesso considerata un’isola “asismica”. In realtà, pur essendo una delle regioni più stabili d’Italia, non è completamente immune dai terremoti. La sua bassa sismicità è un dato scientifico assodato, ma ha radici geologiche ben precise.

Come spiega il geologo Luigi Sanciu, la differenza della penisola italiana, situata nel punto di collisione tra la placca eurasiatica e quella africana, la Sardegna si trova al centro della placca eurasiatica, lontana dalle grandi linee di compressione che generano i terremoti più devastanti. Questo la rende un blocco continentale stabile, poco soggetto a scosse significative.

Ciò non significa però che l’isola sia “immune”. Secondo i dati messi a disposizione dall’ISPRA, la zona più attiva è la costa nord-orientale, dove si sono registrati i principali sismi dal 2000 a oggi. Si tratta in gran parte di eventi di magnitudo intorno a 3, prodotti da piccole faglie, ossia fratture della crosta terrestre con lievi movimenti delle rocce.

Sono terremoti che spesso non vengono percepiti dalla popolazione e che restano rilevabili solo dagli strumenti, incapaci di provocare danni e soprattutto impossibilitati a generare onde di tsunami, data la loro modestissima energia.

La Sardegna, dunque, resta una terra fortunata: un’isola geologicamente stabile, ma non del tutto “asismica”. Un dettaglio che ricorda come la natura, anche quando sembra silenziosa, continui a vivere e muoversi sotto i nostri piedi.