Ignazio Cogoni, proprietario del Lord Nelson, affetto da Sla: “La malattia non ha fermato il ristorante”

Ora il ristorante è gestito dai tre figli Melissa, Gabriele e Alessio.
Era il 2000 quando Ignazio Cogoni decise di aprire il Lord Nelson, divenuto poi uno dei ristoranti più conosciuti e amati di Cagliari, in via Tevere 2. Una grande passione, la sua, che ha coltivato ogni giorno e che trasmetteva nel suo rapporto con clienti e dipendenti. Che adesso non si capacitano di non vederlo più in quella che per lui è sempre stata la sua seconda casa.
Cinque anni fa, infatti, signor Cogoni ha cominciato a sentire strani sintomi al ginocchio, che gli provocavano forti dolori. Poi la diagnosi: Sla. Quell’anno aveva 48 anni. Per tre anni, pur se costretto a reggersi per stare in piedi, ha voluto continuare con determinazione e tenacia a stare con i suoi clienti e dipendenti, ma in seguito la malattia lo ha costretto a fermarsi due anni fa: ora, infatti, a 53 anni comunica tramite gli occhi grazie a un comunicatore oculare, grazie al quale può scrivere sul suo profilo Facebook.
Nonostante tutte le difficoltà (anche sua moglie, da sempre cuoca del ristorante, ha dovuto lasciare il lavoro per badare a lui ventiquattro ore al giorno) , non ha comunque permesso che la malattia avesse la meglio sul destino del Lord Nelson, che ha lasciato in mano ai suoi tre giovani figli, Melissa, Gabriele e Alessio, i quali lo portano avanti con altrettanto amore. «La diagnosi è stata un duro colpo anche per noi», dice Melissa. «È cambiato tutto. Io stessa avevo altri piani nella vita: sono sommelier e visto che qui ci sono poche opportunità in questo campo, volevo trasferirmi in Australia con mio marito. Ovviamente non potevamo far vincere la malattia di mio padre e abbiamo esaudito il suo desiderio e ora ci occupiamo del Lord Nelson con dedizione».
A novembre Ignazio Cogoni ha scritto una lettera che è stata stampata ed è stata messa anche nella prima pagina del menù. “Ai miei clienti, vecchi e nuovi..Vi do il benvenuto al Lord Nelson e ci tengo a dirvi che questo non è solo un ristorante, è una famiglia!…Il mio sogno realizzato nella vita. Qui ho investito il mio tempo e e la mia passione per realizzarlo, tanti sacrifici e notti in bianco, tutto quello che vedete intorno a voi l’ho fatto io, anche i ragazzi che ci lavorano li ho fatti io..! La vita non è sempre rosea e anche se ora non posso servirvi fisicamente e godere con voi di una bella chiacchierata come ai bei tempi, vi ringrazio di averlo fatto in passato e di continuare ad esserci ora! I miei figli sapranno trasferirvi tutto l’affetto che per voi, la passione per questo lavoro e tutto ciò che gli ho insegnato…”. Perché niente e nessuno può fermare l’amore di una famiglia. Nemmeno una malattia.

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