(VIDEO) La rabbia dei lavoratori portuali di Cagliari: “Vogliamo il lavoro, non ammortizzatori sociali”

I lavoratori portuali hanno manifestato stamane in via Roma, sotto il palazzo del Consiglio regionale.
«Da maggio non vediamo un soldo del nostro stipendio, non vedremo neanche la quattordicesima». William Foddi ha lavorato per la Cict, (società del gruppo Contship, che gestisce il traffico merci al porto canale) dal 2006 in qualità di operatore polivalente.
Tredici anni durante i quali non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe arrivata la lettera di licenziamento. Contship infatti ha deciso di lasciare il porto di Cagliari e per William e altri 200 suoi colleghi è stata una doccia fredda. «Ci hanno dato la cassa integrazione», prosegue, «noi però vogliamo il lavoro, non vogliamo ammortizzatori sociali».
E stamane erano in tanti sotto il palazzo del Consiglio regionale in via Roma a manifestare per il lavoro. La settimana prossima ci dovrebbe essere il tavolo tra Regione e ministero delle Infrastrutture a Roma, ma, fa sapere Massimiliana Tocco, segretaria generale Filt CGIL Cagliari, i sindacati non sono stati convocati. Chiedono di poter essere coinvolti. Intanto si attende l’esito dell’incontro di una delegazione di lavoratori con la Regione.

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Incredibile ma vero. Filippo di Spagna è ancora “Re di Sardegna”, “Marchese di Oristano” e “Conte del Goceano”: ecco perchè

Per tradizione l'attuale sovrano spagnolo conserva decine di titoli nobiliari legati agli antichi domini della Corona. Vediamo insieme perchè
La separazione politica tra la Sardegna e la Corona Spagnola è avvenuta nel 1720, quando l’isola passò ufficialmente sotto il controllo della dinastia sabauda. Da allora, le strade si sono divise sotto il profilo istituzionale, ma non del tutto sotto quello culturale, simbolico e perfino araldico.
Restano infatti molte tracce di un legame antico e profondo tra la Sardegna e il mondo iberico. La più visibile? La bandiera dei Quattro Mori. Scelta nel Settecento dai Borboni come simbolo dell’isola, è oggi il vessillo ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna. Non solo: la croce rossa di San Giorgio che la attraversa è tuttora parte integrante della bandiera dell’Aragona, memoria araldica di un dominio che ha segnato secoli di storia sarda.
Ma c’è un altro legame, meno noto eppure ancora formalmente esistente, che unisce la Sardegna alla monarchia spagnola. Re Filippo VI di Borbone, attuale sovrano di Spagna, conserva nella sua lista ufficiale di titoli onorifici ben tre riferimenti alla Sardegna: Re di Sardegna, Marchese di Oristano e Conte del Goceano.
Si tratta di titoli puramente simbolici, senza alcun valore giuridico o amministrativo sui territori menzionati. Tuttavia, sul piano araldico restano validi e inseriti nel cerimoniale della Casa Reale. Un’eredità storica che, seppur priva di potere effettivo, mantiene viva la memoria di un capitolo condiviso tra l’isola e la Spagna.
Così, anche a oltre tre secoli dalla fine del dominio spagnolo, certi legami non si sono mai del tutto sciolti.

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