Laura, da 33 anni a letto con la sclerosi, ospite speciale al concerto di Vasco a Cagliari
				Si chiama Laura Floris, vive a Cagliari e da 33 anni è immobilizzata a letto per la sclerosi multipla. Ma la voglia di vivere e una grandissima passione non le mancano: la donna da sempre è una fan sfegatata di Vasco. Il rocker, sentita la sua storia, si è mobilitato per averla come ospite speciale alla data del 18 giugno a Cagliari
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Si chiama Laura Floris, originaria di Desulo vive a Cagliari e da 33 anni è immobilizzata a letto a causa della sclerosi multipla. Ma la voglia di vivere e una grandissima passione non le mancano: la donna da sempre è una fan sfegatata di Vasco. Il rocker, sentita la sua storia, si è mobilitato per averla come ospite speciale alla data del 18 giugno a Cagliari.
La storia è stata raccontata dall’Unione Sarda: la sorella di Laura, che vive insieme a lei e alla mamma a Cagliari, era andata ad acquistare i biglietti per la data ma il reparto disabili aveva già registrato il tutto esaurito. La voce è giunta tra le maglie dell’organizzazione di Vasco e lo staff del rocker ha messo in moto una macchina velocissima per organizzare il trasporto della donna.
Laura che trascorre la sua vita ormai a letto, senza poter parlare né muoversi, sarà trasportata al concerto del 18 giugno dall’ambulanza dalla Onlus Sam di Monserrato, assistita per tutta la durata dell’evento da anestesisti e infermieri dell’ospedale di Is Mirrionis.
Cagliari dice addio al Marina cafè Noir, si chiude un capitolo di cultura e libertà

Dopo ventitré anni di parole, musica, incontri e riflessioni condivise, il Marina Cafè Noir lascia Cagliari. Il festival, nato con l’intento di avvicinare la cultura a tutti, senza confini sociali o appartenenze, sospende le sue attività in città.
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Cagliari dice addio al Marina cafè Noir, si chiude un capitolo di cultura e libertà.
Dopo ventitré anni di parole, musica, incontri e riflessioni condivise, il Marina Cafè Noir lascia Cagliari. Il festival, nato con l’intento di avvicinare la cultura a tutti, senza confini sociali o appartenenze, sospende le sue attività in città.
Una decisione che segna la fine di un’epoca per la vita culturale dell’isola e apre una ferita profonda nel cuore di chi, in questi anni, ha trovato nel festival uno spazio di libertà e confronto. Nato all’inizio degli anni Duemila come progetto indipendente e inclusivo, il Marina Cafè Noir non è mai stato un semplice evento letterario. È stato un laboratorio urbano, un punto di incontro tra libri, teatro, musica e impegno civile. Ha occupato piazze e strade, trasformando angoli dimenticati della città in luoghi di partecipazione. Ogni edizione ha raccontato il mondo da prospettive diverse, intrecciando voci, generi e linguaggi. Gli organizzatori hanno sempre difeso l’idea di una cultura accessibile, capace di far dialogare realtà diverse, e nel tempo il festival è diventato un riferimento riconosciuto a livello nazionale, citato da riviste e guide come uno dei più originali d’Italia.
Negli anni, il Mcn ha saputo costruire una comunità viva e accogliente. Ha dato spazio a scrittori, artisti e pensatori italiani e internazionali, ma anche a chi, semplicemente, desiderava ascoltare e partecipare. Ha raccontato Cagliari fuori dai suoi confini, mostrando un volto aperto, creativo e contemporaneo della città. Tuttavia, dietro l’entusiasmo del pubblico e il prestigio conquistato, il rapporto con le istituzioni locali si è progressivamente incrinato. L’organizzazione ha denunciato un clima amministrativo sempre più complesso, fatto di ostacoli burocratici e di una percezione distorta del proprio ruolo. Sentirsi considerati un problema più che una risorsa, spiegano dall’associazione culturale Chourmo, ha reso insostenibile continuare a operare nello stesso contesto. Così è arrivata la decisione più difficile: sospendere le attività a Cagliari e cercare altrove nuovi spazi per far vivere il progetto. Il futuro del Marina Cafè Noir rimane aperto, come le storie che ha raccontato in questi ventitré anni. L’anima del festival continuerà a viaggiare, portando con sé la stessa energia, lo stesso desiderio di incontro e quella passione civile che lo hanno reso unico. Cagliari, invece, dovrà fare i conti con un’assenza che pesa, quella di un progetto che ha saputo parlare alla città e al mondo, ricordando a tutti che la cultura è prima di tutto un atto di libertà condivisa.
          
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