Sali sul filobus e senti cantare “chicchicchiricchirichi, chi pulisce più di Shante Clair, a-ha”, e ti chiedi cosa sta succedendo. Semplice, la cantante Gisella Cozzo, artista italo australiana, presenta il suo ultimo singolo: “This is it”. Forse il nome a tanti di noi non è noto, ma basta sentirla cantare pochi secondi e subito riconosciamo la voce di un’ artista che è entrata migliaia di volte nelle nostre case attraverso gli spot televisivi, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri tormentoni. Oggi Gisella ha presentato al pubblico cagliaritano il suo nuovo brano e per farlo ha scelto un palco insolito quello della Linea 5 del Ctm.

Non è la prima volta che l’azienda accoglie a bordo gli artisti musicali e le loro esibizioni. Questa volta visto che Gisella Cozzo è da sempre attenta all’ambiente e alle tematiche dell’ecologia, lo spettacolo si è tenuto su un filobus, perché alimentato elettricamente. “This is it”è un progetto musicale immediato di genere pop country in versione acustica, testo e musica sono di opera della cantante. La produzione è interamente realizzata a Melbourne città natale dell’artista che oggi riparte e si riconosce in quelle sonorità del suo background musicale.

Il messaggio che “La regina degli spot” vuole trasmettere attraverso la sua canzone è quello di credere in noi stessi. Non bisogna arrendersi mai, affrontando con forza e determinazione le naturali difficoltà che la vita ci pone per metterci alla prova nell’affrontare le nuove sfide. Un inno universale all’ottimismo, un invito ad agire e reagire, senza cadere nella facile lamentela. l singolo è stato prodotto da Phil Threlfall, noto produttore Australiano, assieme a Gisella, nello storico “The Base Recording Studio” di South Melbourne. «Ho realizzato un mio sogno insieme a due amici musicisti australiani, di fama internazionale – ha affermato Gisella Cozzo- Johnny Salerno e Simon Hosford, che hanno regalato al brano quell’essenza melodica che risveglia emozioni vere».

La passione per la storia può diventare un ponte tra il passato e il presente, tra la memoria collettiva e il cuore delle persone. È ciò che ha dimostrato Stefano Cogoni, residente a Sinnai, profondamente appassionato di storia militare e in particolare dei drammatici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Dal gennaio 2019, ha avviato un progetto tanto ambizioso quanto umano: raccogliere testimonianze e interviste in tutta la Sardegna, nei luoghi colpiti dai bombardamenti, spezzonamenti e mitragliamenti, per poi riunirle in un libro. Un lavoro mosso dal desiderio di preservare la memoria e destinare l’intero ricavato in beneficenza.

Nel corso delle sue ricerche, nell’aprile 2020 Stefano si iscrive al gruppo Facebook “Serramanna se…”, spiegando pubblicamente il senso del suo progetto. Inaspettatamente, viene subito contattato da Massimo, figlio della signora Raffaela Crobeddu, classe 1924. La donna accetta con entusiasmo di raccontare la propria esperienza e durante l’intervista rivela un dolore mai risolto: la perdita del fratello Gesuino Crobeddu, classe 1920, caduto in guerra sul fronte russo. Raffaela confessa di non conoscere la data precisa della sua morte, impedendole così di ricordarlo con una messa o un momento commemorativo.

Stefano Cogni con la signora Raffaela

Scosso da quella confidenza, Stefano si impegna immediatamente a fare il possibile per aiutare la signora. A maggio 2020 si reca all’Archivio di Stato di Cagliari, in via Gallura, dove riesce a recuperare il foglio matricolare del soldato. A giugno, invia una prima richiesta alla caserma Maggiore Carlo Ederle di Cagliari per ottenere un eventuale riconoscimento ufficiale. Dopo un ulteriore invio di documentazione a ottobre, a novembre 2020 arriva la risposta tanto attesa: un attestato ufficiale viene finalmente riconosciuto e consegnato alla signora Raffaela.

Grazie alla consultazione della banca dati dei caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale, Stefano scopre anche la data esatta del decesso di Gesuino: 20 gennaio 1943, in Russia. Il soldato faceva parte della 63ª squadra panettieri presso la 4ª Divisione Alpina Cuneense, coinvolta nella tragica ritirata dal fronte orientale.

La targa per Gesuino Crobeddu

.