Presentati stamane i candidati di Campo Progressista, il partito a cui appartiene anche l’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda e che appoggia la candidatura alla carica di sindaco di Francesca Ghirra.

Trentaquattro candidati, 19 donne e 15 uomini. Tra questi, quattro consiglieri comunali uscenti: Matteo Massa, Alessio Alìas, Anna Puddu e Filippo Petrucci. «Abbiamo ancora tanto in programma per continuare a migliorare Cagliari – afferma la Ghirra – Ci sono già investimenti per la riqualificazione di diversi quartieri come Is Mirrionis e Sant’Avendrace, la nostra attenzione sarà indirizzata non solo al centro, ma anche alle periferie e alle aree più svantaggiate della città. Tornare indietro significherebbe buttare via tutto ciò che di buono è stato fatto». E prosegue: «La nostra amministrazione sin da subito è stata trasparente e ha tagliato gli sprechi, eliminando i sistemi clientelari: praticamente abbiamo fatto politiche che i grillini promuvono da sempre, ecco perché non hanno mai preso piede a Cagliari. Spero che, alla luce di tutto questo, guardino a noi con un occhio di riguardo».

All’incontro ha partecipato anche Massimo Zedda. «I risultati delle europee a Cagliari dimostrano che c’è una parte di elettorato cagliaritano che ha rinnovato la fiducia al centrosinistra. Francesca ha buone possibilità di vincere le elezioni comunali». Zedda ha criticato l’opposizione sostenendo di non aver trovato da nessuna parte il programma del centrodestra: «Questo è grave, per legge deve essere consultabile» conclude l’ex primo cittadino cagliaritano. Ecco la lista dei candidati consiglieri: Massa Matteo,Puddu Anna, Alias Alessio, Petrucci Filippo, Banni Aldo, Campus Patrizia , Cardia Francesca, Caredda Alfredo, Carta Paolo, Curridori Giulia, Diana Federica, Floris Francesco, Fossati Gloria, Macis Valentina, Margarita Margherita, Marrocu Maria Francesca, Masala Paola, Mascia Alessandra, Meloni Diego, Pambira Luigi, Pani Annagiulia, Pinna Simona, Pistis Gabriela, Pisu Oscar, Poddie Salvatore, Porrà Patrizia, Saragat Francesca, Sau Fiammetta, Serra Piergiorgio, Sibiriu Franco Ignazio, Sirigu Alberto, Spanu Simona, Tuveri Sergio, Zedda Anna Rosa. 

Sardegna, mozione per la sospensione dei rapporti con Israele: il centrosinistra chiede una presa di posizione netta.

In Consiglio regionale è stata depositata una mozione che chiede ufficialmente alla Regione Sardegna di interrompere ogni rapporto commerciale, istituzionale e di cooperazione con lo Stato di Israele, almeno fino a quando continueranno le gravi violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.

Il documento, presentato da Sinistra Futura e sostenuto dall’intera maggioranza di centrosinistra – Pd, M5s, Progressisti, Alleanza Rossoverdi, Uniti per Todde, Orizzonte Comune – segue l’esempio delle risoluzioni già approvate in Puglia e in Emilia Romagna, ed è ora in attesa di essere calendarizzato per la discussione in Aula. La mozione sottolinea come la situazione umanitaria nei territori palestinesi sia ulteriormente peggiorata negli ultimi mesi, con un numero di vittime che ha superato le 60.000 persone e oltre 120.000 feriti, tra cui migliaia di bambini. In una nota ufficiale, Sinistra Futura afferma che la Sardegna, per la sua storia, la sua posizione geografica e la sua tradizione di accoglienza, non può restare in silenzio di fronte a un tale scenario e deve contribuire attivamente alla costruzione di una prospettiva di pace. Il testo impegna la presidente della Regione, Alessandra Todde, a condannare apertamente le violazioni del diritto internazionale attribuite allo Stato di Israele, in particolare l’impiego di fame, malattie e blocco degli aiuti umanitari come strumenti di guerra contro la popolazione civile palestinese. Si chiede inoltre la sospensione immediata di ogni forma di collaborazione tra la Regione Sardegna – incluse agenzie, enti strumentali, aziende partecipate, università e centri di ricerca – e lo Stato di Israele. La mozione propone anche che la Sardegna si impegni a sostenere ogni iniziativa diplomatica per un cessate il fuoco permanente a Gaza e per la promozione di una conferenza di pace nel Mediterraneo, candidando eventualmente l’isola come sede di tale evento. Infine, il documento chiede il ripristino dei fondi regionali destinati alla cooperazione internazionale, con una linea di intervento specifica dedicata alla Palestina, e l’inserimento nei bandi pubblici di criteri che escludano l’acquisto di beni o servizi provenienti da aziende coinvolte nella violazione dei diritti umani nei territori occupati.