Leggende sarde: S’Ammutadori, il demone del sonno che toglie l’aria e paralizza la sua vittima
Paralizzato, terrorizzato e senza l’opportunità di gridare per chiedere aiuto, l’individuo che si trova in questa situazione non può far altro che aspettare che passi.
Si chiama “paralisi del sonno” e porta le persone che la sperimentano a svegliarsi dal sonno notturno senza avere la capacità di muoversi. Gli arti si addormentano, si sente un formicolio.
Visioni macabre, giustificate dalla paura, e suoni – spesso, si sente sussurrare il proprio nome – accompagnano quello che assomiglia a un incubo. Paralizzato, terrorizzato e senza l’opportunità di gridare per chiedere aiuto, l’individuo che si trova in questa situazione non può far altro che aspettare che passi.
Pare che questa condizione non possa durare più di due minuti. Si tratta, comunque, di un disturbo del sonno piuttosto comune che può manifestarsi anche prima di cadere nel sonno (benché questa eventualità sia assai meno frequente). Questa, sì, è la spiegazione scientifica. Ma ne esiste, nella nostra bella Sardegna, un’altra, quella che chiama in causa un demone spaventoso, S’Ammutadori, colui che toglie la parola.
Conosciuto anche con altri nomi – Ammuntadore, Ammuttaroi, Muntadore, Mutarolla, Su Garriatore –, è descritto come un demone che agisce tramite il sonno della sua preda. Si pone sul suo petto, la opprime, crea angoscia e terrore. Le toglie, appunto, l’aria, risucchiando la sua energia. Bisbiglia, ringhia e la spaventa a morte. C’è un modo, uno solo, per liberarsi della sua presenza: recitare un cosiddetto “brebu”, ossia frasi di scongiuro, particolari, che possono preservare gli uomini da eventuali malefici. Ce ne sono tanti e alcuni chiamano in causa anche le possibili cause del manifestarsi della figura leggendaria – come l’invidia, che pare lo possa richiamare in modo potente –.
La credenza in esseri notturni capaci di sfruttare il sonno delle proprie vittime è presente, con caratteristiche diverse, in tutte le culture e in ogni tempo. Si stima che nell’isola queste convinzioni possano addirittura risalire all’epoca dell’inizio del dominio romano, sebbene sia verosimile anche la possibilità che possano essere ancor più antiche. Nel mondo romano, in particolare, c’erano Incubi e Succubi (demoni del sonno rispettivamente maschili e femminili).
Anche in questo caso, i sintomi erano perlopiù tre: forte oppressione sul petto, visioni terrificanti e incapacità di muoversi. A questi tre, ma non sempre, si poteva aggiungere un quarto, infausto sintomo: la morte del povero malcapitato, morte per soffocamento, per essere precisi. Nel caso di Incubi o Succubi c’è anche un’implicazione sessuale, quella che sembra mancare quando si parla di S’Ammutadori.
Nel tempo, S’Ammutadori ha sviluppato sfumature cristiane – è associato spesso a Satana – perdendo il carattere di spirito notturno privo da connotazioni religiose. Inoltre, e questo è possibile notarlo in base alle varie testimonianze, non ha una forma specifica ma varia a seconda dell’individuo che se lo trova dinanzi: può essere una presenza invisibile, che si sente premere sul corpo, o anche un essere mostruoso (strega, scheletro, ombra umanoide o altri). Spiegazione scientifica o tradizione?
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