Comunali Cagliari: primo confronto pubblico tra Francesca Ghirra e Paolo Truzzu

I due candidati hanno risposto alle domande dei rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato, Movimento Sportivo Popolare Italia e del mondo dell'associazionismo cagliaritano.
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Primo confronto pubblico tra i candidati alla carica di sindaco di Cagliari, Francesca Ghirra (centrosinitra) e Paolo Truzzu (centrodestra), al T-hotel, organizzato da Winners, associazione di giovani imprenditori cagliaritani e moderato dal giornalista Valerio Vargiu. I rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato, Movimento Sportivo Popolare Italia e del mondo dell’associazionismo cagliaritano, hanno posto domande ai candidati su varie tematiche.
Sono state affrontate questioni calde come la raccolta differenziata, che Truzzu assicura di non voler abolire, ma di voler cambiare il sistema quando l’attuale ditta non avrà più l’appalto, privilegiando le isole ecologiche, mentre la Ghirra ha ammesso che da eventuale sindaca apporterà i dovuti correttivi, rivedendo gli orari di conferimento e il sistema di lavaggio delle strade; poi la questione lavori pubblici: Truzzu ha criticato la lentezza dei lavori al Bastione, mentre Ghirra ha risposto che ciò è dovuto a cause di forza maggiore, quali il rischio di crollo della scalinata centrale per via delle infiltrazioni d’acqua. Poi la questione Anfiteatro romano: il candidato del centrodestra vuole riaprirlo e utilizzarlo per concerti e spettacoli, l’ex assessora all’Urbanistica della Giunta Zedda ha invece imputato la lentezza dei lavori ai danni provocati dalla legnaia abusiva presente fino a qualche tempo fa, ricordando però che il monumento è nuovamente visitabile.

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Fotovoltaico a Putifigari, l’assessore Spanedda: “Il Governo mette in discussione il nostro diritto di decidere sul nostro territorio”

"La Sardegna non è terra di conquista energetica". L’assessore richiama con forza la necessità di rispettare l’autonomia decisionale della Regione Sardegna, che ha il diritto – e il dovere – di stabilire dove e come realizzare gli impianti energetici.
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“Valutare positivamente la proposta di un impianto fotovoltaico – e non due, come erroneamente riportato dalla stampa – originariamente di circa 70 ettari poi dimezzati in sede di valutazione di impatto ambientale, in prossimità di beni recentemente riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, è comunque un atto gravissimo. Ancora una volta, il Governo non riconosce non solo la storia, l’identità e l’autonomia della Sardegna, ma neppure i riconoscimenti raggiunti attraverso anni di studi scientifici e di diplomazia culturale.”
Così l’assessore regionale degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica Francesco Spanedda commenta il via libera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica al progetto di un impianto fotovoltaico nel territorio di Putifigari, un’area di eccezionale valore paesaggistico e archeologico, recentemente riconosciuta dall’Unesco per la presenza delle domus de janas e di siti preistorici di inestimabile importanza.
“La Sardegna – prosegue Spanedda – non è terra di conquista energetica. Siamo per una transizione energetica giusta, lo ribadiamo, nel pieno rispetto del paesaggio e del territorio, già normata oltretutto da una legge regionale oggi operativa. Il Governo nazionale impone scelte dall’alto, in spregio alle nostre competenze, ai pareri del Ministero della Cultura e al buon senso di chi difende il paesaggio e la memoria di un popolo millenario. Gli impianti per la transizione energetica devono essere sostenibili. La transizione non può diventare un pretesto per consumare suolo, cancellare la nostra storia e compromettere il futuro delle comunità locali.”
L’assessore richiama con forza la necessità di rispettare l’autonomia decisionale della Regione Sardegna, che ha il diritto – e il dovere – di stabilire dove e come realizzare gli impianti energetici. “La Regione – sottolinea Spanedda – ha già individuato le aree idonee e quelle da tutelare. Scavalcare le nostre prerogative e imporre progetti contrari alla volontà dei sardi non è una soluzione praticabile, né tutela la bontà dei rapporti istituzionali che andrebbero preservati. Difenderemo in ogni sede il valore culturale, ambientale e identitario del nostro territorio.”
Con queste parole, l’assessore Spanedda ribadisce la posizione della Regione Sardegna in difesa della propria autonomia e del diritto dei sardi di decidere sul futuro del proprio territorio, nel rispetto del paesaggio, della storia e delle comunità locali.

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