Sindaco di Villanovaforru contro la Lega: “Porterò la fascia rivoltata fino a quando le cose cambieranno”

«Portarsi la Lega al governo della Sardegna è un errore madornale, storico, imperdonabile - spiega Maurizio Onnis -. Non c’è nessun fine che giustifichi una scelta del genere: nemmeno, intendo, la buona amministrazione dell’isola (ancora tutta da vedere). La macchia resta. E non sono disposto a starmene qui, nella “zona grigia”, sperando che le cose siano meno gravi di quel che appaiono».
«Porterò la fascia tricolore rivoltata. Fino a quando le cose cambieranno». Questo l’annuncio che sta facendo molto discutere del sindaco di Villanovaforru Maurizio Onnis.
«Altri illustrano meglio di me i pericoli cui ci espone la destra retriva incarnata al governo da Salvini – spiega Onnis -. Io stesso verifico i tratti illiberali e autoritari della sua politica e del suo discorso pubblico, già a proposito dei migranti. Una questione che, da sindaco, continua a toccarmi molto da vicino. E su certe faccende servono poche parole: quelle che vanno al nocciolo».
«Ora, per me e sul piano politico, il nocciolo è che portarsi la Lega al governo della Sardegna è un errore madornale, storico, imperdonabile – prosegue il primo cittadino -. Non c’è nessun fine che giustifichi una scelta del genere: nemmeno, intendo, la buona amministrazione dell’isola (ancora tutta da vedere). La macchia resta. E non sono disposto a starmene qui, nella “zona grigia”, sperando che le cose siano meno gravi di quel che appaiono. Perché portarsi in Regione la Lega è come portarsi in casa un piromane: il suo mestiere è appiccare incendi. L’unico dubbio riguarda il quando e il quanto l’incendio sarà esteso».
«D’ora innanzi, in segno di dissenso personale e istituzionale, porterò la fascia tricolore rivoltata, in ogni occasione in cui ne sia richiesto l’uso – annuncia Onnis -. E la manterrò così fino a quando l’aria cambierà e chi governa a Cagliari e a Roma tornerà a porre al primo posto l’eguaglianza tra gli individui, la soluzione pacifica delle controversie, il rispetto reciproco tra popoli e tra parti politiche. In altre parole, quando torneranno ad avere il giusto valore e la giusta considerazione i principi nel cui nome sindaci, assessori, presidenti, consiglieri, ministri, parlamentari svolgono le loro funzioni».

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